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gemitaiz – tribute lyrics

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spegni er computer, vabbè che er testo te l’ho mannato.
heey, hey, hey, è il gemitaiz, yeah, hey, quello che vi consiglio, come al solito, yeah.
oho oho yeah, questo è un pezzo che descrive quello che faccio io,
quello che sento quando ascolto la musica no? quello che mi trasmette ecco,
perché io faccio un certo tipo di rap, quello che ho imparato e cosa mi ha insegnato appunto la musica, non solo il rap, il b-m b-m cha del cazzo, la musica vera no? anni 60′ anni 70′, la gente che c’era, ok.
hey, fratè io faccio sta musica perché rispecchia la vita mia,
quando la sento mentre fumo dieci canne a sta scrivania,
questo suono sporco che si ripete e che dà quasi mania
questo b-sso, questi tz tz tz tz tz, sono la vita mia.
mi sono innamorato di lei come è successo a tanti altri,
perché ero stanco di stare da solo come al green,
mi ha aiutato quando ero piccolo a tenere i nervi saldi,
anche se era un amore a distanza, come quello di marvin.
ogni volta che hai voluto che una persona fosse là,
ogni volta che un occasione da sogno uno non ce l’ha,
per me cè stata la musica a sconvolgerla,
e aveva ragione percy quando diceva: -prendi tempo per conoscerla-.
quando avrei potuto lasciare perdere come tanti fanno,
ho creduto a sam cooke che mi ha detto che un cambiamento sta arrivando,
e da quando mi ha preso ho sempre pensato come lei
è stata la prima cosa a sbloccare il mio cuore come a ray,
e vorrei pure io sedermi a guardare il mare insieme a otis redding,
ma purtroppo per noi amanti della musica sono giorni freddi.
anche se le possibilità sono un po’ poche, abbi un po’ di fiducia in me,
come l’hai avuta in joe c’hoocker.
ora hai capito perché amo il suono south, quello di droga e alcool
quello dei negri degli anni sessanta, ubriachi a cantare sul palco,
quello dei localetti senza c-sse buone, solo un soppalco,
un microfono marcio e un negro che canta: -oh, dio quanto sò stanco-.
quello è er suono mio, er sono dei disperati,
quelli che non dicono mai no se cè da divertisse gratis,
quelli che ai concerti tarzano sempre le risse ai lati,
e se li b-tti fori poi cor cazzo che l’hai sistemati.
rick james cantava mary jane e io glie do ragione,
come glie l’ha data redman e qualche altro milione di persone
che ha capito che la sanzione,
è data in base al governo che c’è non alla sostanza né alla derivazione.
prova un attimo a spegnè dalla spina il computer,
fallo solo per una notte come ha fatto luther,
abbandonati alle parole come fossero vite vissute,
e anche io vorrei fare freestyle, sì, ma con john lee cooper,
perché mi piace andare veloce o rappare slow down,
perché il cuore mi batte a tempo coi pezzi della motown.
sono sposato con lei ma non ho né figli né fedi
non mi servono a niente, come la guerra a edwin.
e tanti mi hanno detto: -stai attento a come scrivi,
la gente se deve sempre rispecchià in quello che esprimi-,
questo è il mio messaggio personale, firmato inviato e consegnato,
adesso è tuo come stevie.
all’inizio pensavo di tenere alto il valore,
ma poi bobby e tupac mi hanno spiegato che si fà per amore,
che nel mondo reale sei soltanto un operatore,
ma che nel proprio mondo musicale, ognuno è il suo senatore,
quanto questo ha condizionato ogni disco dell’xtreme,
quanto diana ha condizionato ogni disco delle supreme,
perché pare de stà in un film,
metti smoky robinson a palla, ne accendi una grossa e vai,
you know what i mean.
ci sono troppi miti, non basta una vita per sentirli,
e di nomi ce ne avrei ancora un oceano come billy,
e già ho p-ssato troppo tempo a pensare a come dirvi
che secondo me, devi sape chi è sta gente prima de potè reppa.

hai capito? prima de potè pià un microfono in mano, secondo de scrive du rime de seguito su una base che manco sai chi è perché hai scritto: -rap base- su youtube, dovresti secondo me andà a vedè comunque che stà musica, no? non è nata solo dai grandi mc, quella gente là, cioè loro hanno contribuito molto, però prima c’è stata tutta un altra storia, tutta na serie de rivoluzioni, sai che i diritti i negri se li sono presi anche con la musica, no? quando non potevano neanche andare al cinema fratè, manco andà al cinema, e loro cantavano, de loro che scopavano e se divertivano, per questo me piace la roba loro, perché se divertivano sempre e pure se n’ciavevano na lira e addosso c’avevano li stracci, stavano sempre a scopà, a ballà, a beve, a mbriac-sse, perché quello è il bello della vita, te ponno pure dì de no ma il bello della vita è quando te umbriachi e vai a scopà, secondo me è così, e poi te accendi na canna dopo che hai scopato, perciò insomma, tu accendite stà canna, sent-te stò pezzo, vedi se ce capisci quarcosa e poi no sò famme sapè, io c’ho mysp-ce, sennò sti cazzi, io c’ho provato, peace.



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