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aimen - black carpet lyrics

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[intro: …]
gli sguardi che mi mandi si quando sto, fuori coi miei la sera
il giglio che copre paure e speranze sotto sta notte nera

[strofa 1: …]
mi sento fuori moda quindi non ti parlo
fuori luogo quindi non parlarmi
non esiste droga in grado di calmarmi
non esiste donna che ne sia in grado
e coer coer corre
coer coer non si fermerà
perché coer lo sa
quel che vale è quel che prenderà

[ritornello: …]
che sguardi mi mandi si quando sono, fuori coi miei la sera
il giglio che copre paure e speranze sotto sta notte nera
e un tossico chiede due spicci
cinquanta centesimi sholla
cammino confuso nel duomo tra futuro e storia
e piange, piange
poi parla, parla
ma piange e parla di me
a guardarmi in faccia, non sembro onesto, non chiedermi il perché
le nostre strade, ormai separate, non è più come prima
vorrei parlarti ma, mi ferma l’autostima

[strofa 2: …]
falla finita di fare finta
non hai né sogni né prospettiva
non hai famiglia né comitiva
vite bruciate, futuro ingra#to
e questo odio è correlato
il mio amore non ricambiato
siamo sprovveduti, contenuti e condannati pazzi e sagge marci

[strofa 3: … ]
ti ho dato il mio cuore come le acque, mosè
a protetta come fece [?]
ho cercato le risposte in un bicchier di rosé
odio ed amore nella stessa sera
ho creduto di avermi perso
nel momento in cui cercavo te
nel mio collo il tuo rossetto
hai cucito le ferite come un hereke

[ritornello: …]
che sguardi mi mandi si quando sono, fuori coi miei la sera
il giglio che copre paure e speranze sotto sta notte nera
e un tossico chiede due spicci
cinquanta centesimi sholla
cammino confuso nel duomo tra futuro e storia

[bridge: …]
penso di farlo
lo faccio o mi pento?
fuori dal gruppo come calimero
disse mio nonno, adesso è nel cielo
sì come tuo padre, un uomo vero
e ripenso a come stavo prima
il frigo era vuoto se
mi ha creato la fame giusta
per ingoiare ed amare questa cazzo di vita

[outro: …]
sto seduto a tavola
penso ma che favola
anche se con la famiglia dovrei stare di più
la mia gente stimola
lei la chiamo “favola”
l’alter ego che mi dice “dovrei fare di più”
se metto olio di karitè
poi parla, ma per carità
scrivo testi tosti solo senza te
non sei quello che cresce dalla strada se sei figlio di papà
e sempre quello tranquillo che ti fa la festa
e bene, bene, io sto bene
asciugo lacrime sul viso
dai pensa positivo
bene, bene, io sto bene
ma quando ci bevo sopra sotto sotto sono vivo



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