alex antonov - feudalesimo lyrics
[testo di “feudalesimo”]
[intro: alex]
roggy luciano al beat
alex antonov al mic
accompagnato da esse
x+jobba
naesh
ogni stile è un feudo
spingo per il medioevo
roggy luciano al beat
alex antonov al mic
accompagnato da naesh
x+jobba
esse
ogni stile è un feudo
questo è il medioevo
[strofa 1: esse]
tu
dammi dell’erba e una collina sopra la città
due magrebini in un caruggio e sbanfa di kebab
dammi un motivo per andare via di qua
anche se nan
genova è bella ma è morta secoli fa
e dammi
la birra a un gozzo almeno sguazzo in fondo a questo golfo
così ho un motivo per pensare a ciò che non ricordo
non darmi torto
perchè secondo un illumin+z+one
sei l’еnnesimo stronzo che sbarca nel mio porto
è un altro mondo
quеllo che ho in testa
si è la stessa festa io sento un’altra orchestra e vedo un altro sfondo
e il tornaconto è che in questo posto io ho il suono che pesta
e se arriva la tua orchestra gli presento il conto
e segui tutto il mio racconto o te lo spiego dopo
ascolta le parole che ora sto arrivando al sodo
io rappresento la gente della contea del belin mea
e godo quando scateniamo il pogo
qua
è l’anderground con l’a maiuscola
la rima l’unica
la trovi dove la lanterna non illumina
e vaffanculo non mi mischio in quello che c’ho attorno
altro cannone e quieto aspetto un altro giorno
[strofa 2: x+jobba]
arbiseua terra neua belle fige nu se treua
quelle poche che ghe sun
sun ciù negre du carbun
street culture
tra le sedie del dehor di un bar
tra i bianchetti dei vecchietti io faccio la rapstar
albisola
chi c’era e chi ci abita
la tiritera
è quella
dirà che è la città della ceramica
sarà nella sua anima
sarà la tradizione
o sarà solo una maschera su un volto da pensione
i vassalli hanno una carica in comune
coi voti dei valvassori che gestiscono il turismo del costume
i valvassini ballano dentro la discoteca
dalla quale il b+ttafuori caccia i servi della gleba
e mi conceda, signore
ma sono in coda a superiore
non getti il guanto
vengo in ritardo a singolar tenzone
sto arginando l’invasione dei bauscia con famiglia
sull’aurelia tutti armati di ombrellone
ventimiglia imperia sanna tu metti nero su bianco
anzi porta un bianco sul banco c’è zena ed il patto è fatto
vuoi stracciarlo?
cazzo sei paradossale
come il vergine costretto a lavorare dentro un campo di patate
[strofa 3: alex]
nella mia valle ho briscolette da bar
che imperano
con i vecchietti sopra mille ape car
che imprecano
legne da tagliare e qualche quintale pesano
e ho palanche da spendere in mal di gola
in benagol
sono metrico
come il sistema decimale
ale più la x
compare
porto il feudo mentale
questo pezzo è una macchina del tempo
se cerchi cecchi paone lo trovi allo sferisterio
è aperto
tu vuoi fottere con me?
100 euro
prego
rappresento pietralata per il medioevo
si dichiara indipendenza come jefferson
e se noi portiamo uno stile tu fai in tempo a perderlo
tavolese porta feudi in gemellaggio
non parlare
di pedaggio
poi mi paghi due cicchetti al banco
ventimiglia genova savona col mio borgo
ti ricordo
questo è lo stile del latifondo
porto
vanga zappa e un manoscritto
anno mille e rotti (mille e rotti)
e ho reintrodotto la regola jus primae noctis (primae noctis)
io ti rimo araldico
dalle colline più antiche
sono saluti da prelà come le cartoline
[strofa 4: naesh]
benvenuto sei nella città dei fiori ma fuori
è meglio conosciuta come la città dei fori
anni 90 ventimiglia a mano armata
qualche testa salta
più di una testa calda
naesh al micro
tutti a testa alta
dentro i bar briscole
bestemmie come virgole
che cazzo guardi?
la provincia come sindrome
sento parlare tanto calabrese
che la mattina
all’orizzonte non vedo più la corsica ma messina
lo stemma giallorosso col leone
palme e sol leone
cresciuto per ‘ste strade rincorrendo un pallone
ho messo a fuoco ogni locale
prima che prendesse fuoco
in casa a scrivere
tanto fuori c’è sempre il vuoto
il sindaco che fa la guerra ai graffiti
il mio nome sul giornale
ma non tra i writer pentiti
questo posto lo conosco come le mie tasche
dal centro a roverino
ventimiglia alta fino a su alle fasce
san secondo il borgo e le gallardi di redix
tanti quartieri ma in un giorno la giriamo tutta a piedi
tutti a lavorare nei cantieri
mani con sopra i calli
questo è il mio feudo
a ventimiglia mai vassalli (mai!)
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