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bassi maestro – (damaneasera) la lingualleno lyrics

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[testo di “(damaneasera) la lingualleno”]

[strofa 1]
oh sì
guardami, vedimi bene e ascolta, ascolta l’hip hop a palla
seguila bene la lingua che si rotola, ascolta ancora
b+tta la chitarra, b+ttale via le spille
fissami nelle pupille le palle degli occhi che girano
questo stile non viene dal nulla, non conto una balla
la base decolla questo momento vero pesto su dal buio
raggiungo la luce [?] spicca
nemica la voce menestrella che un segreto nasconde
risponde, tutte le mattine, le sante mattine
salto giù dal letto, mi infilo le mie pantofoline
la radio accendo, mi dice di stragi e cataclismi
mi lavo, mi asciugo, mi fono, mi faccio i gargarismi perché
alla mia voce tengo, la radio spengo e il piatto accendo
mi sparo una strumentale mentre il fuoco è lento
e tengo il tempo, mi viene da conteggiare fino a tre
viene la rima e guarda caso è già caffé
lo bevo, mi vesto, mi metto le scarpe ed esco
ma la lingua si muove, non riesco a fermarla, non riesco
mi viene in mente l’ultimo [?]: “cypress hill è il nuovo cube?”
e senza che me ne accorga mi passa davanti l’autobus
e porca troia, la strofa infoia e non annoia
ritorno a casa e prendo le chiavi dell’auto, boia
d’un mondo, nel mezzo affondo, mi fiondo sulla radio
volume a mana, effetto stadio
vado di [?] che mi rilassano e al primo semaforo rosso
tiro giù il vetro, quelli che passano sorridono e vedono che gorgheggio
muovo la lingua veloce mentre al volante mi destreggio
se provano a chiedermi cosa diavolo sto facendo
che cazzo, mi sto allenando
[ritornello]
la lingualleno, la lingualleno
la lingualleno, la lingualleno

[strofa 2]
faccio quello che devo fare, è andato il pomeriggio
finite le commissioni il cielo è scuro anzi grigio
extrabeat extrapausone
fermo l’automobile per studiare la situazione
rimetto in moto l’auto perché i clacson mi stanno addosso
storiaccia nera, la spia della riserva segna rosso
abbandono l’auto, definitivamente mi allontano
che ho ancora quel giro di basso fisso in mente, non si schioda
nonostante l’accaduto
fanatico sì ma così non l’avrei mai creduto
impreco, giornata malsana, estraggo il walkman dalla tasca mentre scendo in metropolitana
timbro lo stesso biglietto per la quinta volta
e vado di play, direzione gobba
con aria disinvolta, mi siedo, la gente mi guarda male
la nonna con il nipotino scende, li ho fatti spaventare
dettavo rime ad alta voce
mentre la lingua la muovo veloce, non do pace e si capisce è così
sono fatto, la musica è il mio fumo
se improvviso una sola rima non ce n’è per nessuno
non ce n’è, fatto sta che la giornata è ormai conclusa
bassi mentre torna a casa invoca la sua musa
musa abusa di me ti prego
regalami un altro verso, per fare che cosa? beh, poi ti spiego
è tutto il giorno che me la meno
mi sa che anche stasera la lingualleno
[ritornello]
la lingualleno, la lingualleno
la lingualleno, la lingualleno
da mane a sera, la lingualleno



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