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benna mc – 20×2 lyrics

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ho quarant’anni e un anello per ogni mano
la stessa faccia da schiaffi dovunque vado
scarpe rotte ma caviglie d’acciaio
viaggio senza biglietto come ajeje brazorf
e porto i baffi perché se ti bacio
mi rimanga il tuo sapore sotto il naso
che un po’ fa novecento, un po’ el paso
ma il cuore e la barba sono allo stato brado
la porta del bar di alle sempre aperta
e una birretta fredda che mi aspetta
che quando crolla tutto come a jenga
almeno non ho mai la gola secca
lasciati la meraviglia per i difetti
la bocca alla protesta se riesci
nei miеi quaranta ci sono due ragazzi di venti
oppure quattro bimbi di diеci
ed ho il coraggio di chiamarmi ragazzo
anche adesso che mi danno quasi sempre del lei
non dormo un cacchio si però sogno tanto
a dire il vero le due cose io non le scambierei
pensa che bello che sarebbe, ci pensi
se la gente per godere
avesse l’amicizia e una fender
anziché il potere
pensa che bello che sarebbe un concerto
in mezzo a tutto questo silenzio
e imparare a fare adesso quello
per cui diciamo sempre che “c’è tempo”
e tu dirai che è solo poesia
tu dirai che è solo poesia
lo so dirai che è solo poesia
e che non ci si mangia, no, però è la mia
è ora di crescere, si, ma chi lo dice?
è una vita che coltivo ogni mia cicatrice
corro senza le sneakers
ma voglio sogni grandiosi, come dice erriquez
io sono ancora quel pirata che ha trovato loro
e si è allargata la ciurma, sai?
da capitano adesso sono commodoro
fatti sotto, vediamo chi la spunta, dai
e traccio nuove rotte nella fantasia
lasciando le ossa rotte nella biancheria, sporca
ho lo stomaco pieno di sangria
e la stiva con la scorta
ed ho il coraggio di chiamarmi ragazzo
anche adesso che mi danno quasi sempre del lei
non dormo un cacchio si però sogno tanto
a dire il vero le due cose io non le scambierei
pensa che bello che sarebbe, ci pensi
se la gente per godere
avesse l’amicizia e una fender
anziché il potere
pensa che bello che sarebbe un concerto
in mezzo a tutto questo silenzio
e imparare a fare adesso quello
per cui diciamo sempre che “c’è tempo”
ci vuole animo, animo
che i tempi duri passano
ma ci vuole il coraggio di credere nelle comete
per diventare asimov
e ci vuole un attimo per vivere una vita
ma ci vuole anche una vita per vivere un attimo
c’è stato il momento del vino rosso e quello del sangue rubato
e poi ancora
c’è stato il momento di essere calice di cristallo e quello di essere paletto di frassino
e poi ancora
quando ho guardato negli occhi il mio passato ho capito
ho trovato il motivo
ho fatto un sorriso pensando che ogni volta che ho sbagliato un tiro
mi è servita per segnare il rigore decisivo



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