blue virus - phobia lyrics
[intro: blue virus]
blue virus, solo ap, dutch, lance, retraz
un bel mix di pasticche
andrà a finire che avremo paura anche di te
[strofa 1: solo ap]
ho la paura che ciò che io credo vero poi sia falso
non temo l’uomo nero, ma l’uomo bianco
somministrano placebo per tenermi calmo
ma resto teso, prigioniero di un impero gestito dall’alto
non seguo il clero, non c’è vangelo o santo
che poi metta a freno ‘sto veleno di cui l’uomo è ostaggio
anche se prego, l’inferno lo vedo ad un p-sso
il rimedio è peggio del problema
perché spesso ne scatena un altro
davvero, la verità è un problema quando
pensi che il tuo pensiero non conti affatto
di fatto, se stai sereno non capisci un cazzo
a meno che sei scemo o resti cieco allo sfacelo in atto
io mai arreso, qui è una battaglia e combatto
anche se tremo la speranza mi tiene salvo
e non è un’arma che punta alla faccia a darmi affanno
ma l’ignoranza di chi impugna il calcio
[strofa 2: blue virus]
ho paura di perderti, ah no, aspetta, è già successo
ho paura di perdermi in ‘sta villetta senza ingresso
in cui il maggiordomo è un pazzo ed offre me per cena
soffre perché la cancrena non arriva e non avrà possesso
del processo esecutivo in cui son vivo e poi il decesso
dall’attimo esecutivo in cui non vivo nel regresso
ma sono solo l’ennesimo uomo che non ha perso
perché è solo dal battesimo al dono del suo primo complesso
fosse per me io girerei bendato, un po’ ubriaco
prende male star tra lei e il nuovo fidanzato
quindi immagina che provo davanti a uno sconosciuto
che gioca a fare l’astuto senza averlo mai incontrato
quando chiedono: “in cosa ti senti un drago?”
rispondo che son bravo
“sì ma in cosa?”, boh in qualcosa me la cavo
ed ho una gamma di pillole in un c-ssetto ben serrato
grosse quanto delle briciole e sottili alla mikado
[bridge: blue virus]
non mi senti, tu guidi la realtà coi fari spenti
morendo in una città che non ha eventi
ma non c’è consistenza
vorrei stare senza tutti questi oggetti contundenti
non mi senti, tu guidi la realtà coi fari spenti
morendo in una città che non ha eventi
ma non c’è consistenza
vorrei stare senza tutti questi oggetti contundenti
[strofa 3: dutch nazari]
ne sento il fiato sul collo
uomini robotici in divisa dentro a bolidi di ghisa
lanciati a rotta di collo
studiano le paure della gente
per usarle come forma di controllo collettivo della mente
io di mio non temo tanto l’extracomunitario
ma temo come ne parla il notiziario
la filosofia della fobia è filofobia
bombardiamo la giamahiria per far girare l’economia
io temo il servilismo del giornalismo mercenario
la distorsione del vocabolario
per cui un termine vien privato del suo significato originario
fino ad arrivare a voler dire l’esatto contrario
ma ciò che mi fa più paura
non sono tanto i sintomi della dittatura
quanto un popolo che ha smesso di ricercarne la cura
e canticchia slogan mentre affoga nella spazzatura
[strofa 4: lanz khan]
sto sotto nevicate fitte
ci scrivo poesia come shiller
parlo alla n-z-one come fichte
puoi fuggire solo con un colpo in testa come hitler
quando in strada si propaga l’odio
come per le squadracce di himmler
sto in un cosmo di microspie
in mezzo a preti con le croci incise a secco sulle mani come a kiev
ma è quando credi di trovarti sulle giuste vie
che esplodono le bombe ed è terrore sulle ferrovie
boom, i sogni sono troppo brevi
è veleno quello che bevi ed è alieno quello che temi
è blasfemo quello che credi, è supremo ciò che non vedi
ogni giorno mille problemi sparano sopra alla folla come breivik
ma sanno cos’hai nel culo senza una colonscopia
paura che t’insegue come cady in cape fear
in ‘sto mondo di teste pazze sono un kamikaze
che esplode nelle piazze a causa di agorafobia
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