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carlo corallo - amari un po' lyrics

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[strofa 1]
amarsi un po’ è come bere
e stare solo è come stare sobrio
da un altro c-cktail di vodka e miele
che ha sempre un gusto esotico
ma io chiamo il “solito”
con il piede verso un posto a sedere mi accomodo
poi ordino un bicchiere
l’altro interlocutore che mi chiede
se voglio un po’ di unic-m, di jäger
sa che coi miei vizi mi trovo bene
in genere a strappare la comanda al cameriere
è la mia vita piatta dai picchi nervosi
io -ssonnato mi torco la barba
lei ha saltato il corso da barman
l’amaro va servito in piccole dosi
metempsicosi, voci da madrigale
l’alcol muta un gesto domenicale in un rituale, verso
non nel senso connesso a una direzione
ma nel senso che una direzione la fa dimenticare, in più
tu sei una donna speciale per farlo risaltare
vuoi un complimento razionale? tu
sei la seconda persona singolare, ma non grammaticale
a parte noi tutto il resto sembra uguale
pensare che spalancavo la mandibola
perché credevo di capire la mia vita, ma quando
sei arrivata è stata come la mattina del primo giorno da matricola
nello zaino una lattina e una mat-ta a fare un tratto del tuo viso raro
che poi non serve un visionario, bastano tizio e caio
per sentire che i miei occhi e i tuoi cobalto contrattano
in un attimo due lingue a contatto come in un dizionario

[ritornello]
il caffè nella moca ha un altro sapore
da quando hai il liquore nella bocca
e un altro copione nella borsa
e un altro cognome nella porta
e un altro coglione
ma con cui avere una figlia bionda
una vita morte e una villa altrove

[strofa 2]
cogliere l’amore è un po’ come cogliere le more
bisogna stare attenti a non farsi male
ed ogni voce data a un sintetizzatore è come l’essenza dei fiori
che ha portato all’-ssenza dei fiori dalle case
giornate tossiche in preda a corse
code alle poste, liti grosse come le nostre alle volte
ma la quotidianità è toccare l’arte senza accorgersene
e comportarsi come le mosche alle mostre
poster dei momenti condivisi, lasciarsi, amarsi lisi
tanto la vita poi ci fa tornare uniti nei momenti di fatica, di crisi
quando non voglio una mia khalifa, ma voglio la mia khaleesi
gli scrittori sono dei bugiardi, io in primis
dunque non seguire i p-ssi di chiunque rimi
la sint-ssi usala come suggeritrice
le cose che fanno male sono quelle preferite
sei felice, basta, ma so com’è lo stress, mastica
insegna a mettere una maschera come l’hostess
fanno i rivali tipo a calcio l’italia con la francia
e capirò in ritardo che li tagli con la frangia
poi parole dette in faccia di pancia
a me che da sempre resto paziente nel linguaggio e medito
su un’altra nottataccia che in questa storia matta
mi renderà paziente, ma nel linguaggio medico

[ritornello]
il caffè nella moca ha un altro sapore
da quando hai il liquore nella bocca
e un altro copione nella borsa
e un altro cognome nella porta
e un altro coglione
ma con cui avere una figlia bionda
una vita morte e una villa altrove



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