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cor veleno - città di vetro lyrics

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[strofa 1: primo]
o mi metti quel bavaglio o lasci stare
perché cazzo non ho tempo da sprecare
te lo dico papale papale
in questo gioco ambiguo tutto quello che mi pare di guardare
quello lì non ha finito di studiare
perché il prof di diritto si prendeva anche il diritto di infamare
hey juanito, non c’è niente di casuale
non è colpa tua se queste stanno comode nel sesso occasionale pur di non parlare
trame occulte, gli dò cazzi da spellare
tante multe, quanti pranzi da pagarsi, la munic-p-le
qua se c’è un motivo di vantarsi io non saprei quale
tra chi si mette e chi si leva lo stivale a discrezione personale
con bandiere colorate a sventolare
pacifisti con licenza di sparare
e il segreto del decreto militare è che c’è scritto chiaro e tondo che ti possono ammazzare senza replicare

[ritornello: grandi numeri]
tempo perso a dipingere città di vetro
è più facile fingere o portare peso?
è difficile sì, io non mi sono arreso
pelle anti-proiettile, rimango illeso
l’alfabeto nel rebus, città di vetro
è più facile fingere o portare peso?
è difficile sì, io non mi sono arreso
tempo perso a dipingere città di vetro
uuh, città di vetro
uuh, città di vetro
uuh, città di vetro
uuh, città di vetro

[strofa 2: grandi numeri]
sangue chiama sangue per la dieta del k!ller
chiuso dalla fame, mica facile uscirne
peggio di così, ma è solo essersi arresi
la violenza dei cechi, ma non sono chi credi quando
p-sso un’altra notte insonne nella città di vetro
è da sabato che sparano e si sente l’eco
festa grande, sulle spalle tutte le chitarre
perché sono troppi cazzi come ilona staller
mentre cantano canzoni a tema sul digiuno
filastrocche sulla morte, il muro del raduno
è qualcosa che mi spinge da lontano
se ti chiamo riconosco la mia faccia calibano mano
nella mano con l’amore in bikini
la messa nella tempesta, alla finestra i cecchini
è una città di vetro e porto tutto il peso
mamacita cambia vita e manda agli altri un beso (bless)

[ritornello: grandi numeri]
tempo perso a dipingere città di vetro
è più facile fingere o portare peso?
è difficile sì, io non mi sono arreso
pelle anti-proiettile, rimango illeso
l’alfabeto nel rebus, città di vetro
è più facile fingere o portare peso?
è difficile sì, io non mi sono arreso
tempo perso a dipingere città di vetro
uuh, città di vetro
uuh, città di vetro
uuh, città di vetro
uuh, città di vetro

[strofa 3: mezzosangue]
cazzo ne sanno loro? quanto c’è sotto un iceberg
quanto puoi starci male può non dirti ogni giorno: “dai, man”
quante le mani e i piedi in questa città che affonda eterna stronza
quanta la luce che taglia e quanto lo lasci nell’ombra
scrivere a volte è un limite, dovrei dipingere
l’unico modo di esprimere immagini vivide
muoio coperto dai fogli, ogni testo è una sindone guardami
sentimi, coglilo se vuoi capire che provo
come sentire quel fulmine lungo il tuo corpo, ma solo dal suono del tuono
nasco nell’anno in cui l’uomo si inventa la mente globale
l’era dell’io digitale, maschere per la morale
spoglia sia il bene che il male
quanto fa bene guardare l’abisso
qua è come l’inconscio il deep web
l’opinione è snippet, eh, si che
non mi stupisce più il freddo se fisso sul disco
l’intimità in bit-map
nasco nel bel paese, ora venduto al migliore offerente
sempre alle prese con gente di merda
in tele che p-ssano? niente
dovrei sentirmi compreso e parte di questo presente
io non mi sento offeso, io non mi sento solo, io non mi sento niente
ciao, ciao

[outro: grandi numeri]
nella città delle risate con i drammi dietro
nella città delle risate con i drammi dietro
nella città delle risate con i drammi dietro
si guida a cento all’ora dentro vicoli di mezzo metro



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