david riondino - perplessità lyrics
perplessità, confusione profonda
come usciremo da questa baraonda?
perplessità, confusione totale
tutto mi sembra così casuale
potrei tornare alla militanza
magari mirare alla dirigenza
oppure assaltare la diligenza
insieme a un autonomo di potenza
ma il militante non mi risolve
il militante è davvero un peso
e se l’autonomo è incazzato
io tanto tanto mi sento teso
non mi ci vedo poi capace
di gridare: “vi ammazzo!”
e poi giurare di mangiar vivi
due o tre padroni per merenda
io credo che così cattivi
forse si nasce, non si diventa
mi sentirei stonato
io che son sempre così educato
e poi perché fare una cosa che non mi va?
non so come fare ad uscire da questa…
perplessità, confusione profonda
come tornare sulla cresta dell’onda?
perplessità, condizione avvilente
tutto mi sembra così deludente
potrei fare un mucchio di cose pazze
magari correggere delle bozze
o andare in america a far le pizze
oppure provare con le ragazze
ma con le donne dovrei inventare
mille argomenti per conversare
è una fatica così avvilente
dover sembrare intelligente
sarà che forse non ce la faccio
sarà che forse sono di ghiaccio
sarà che tutti han la stessa faccia
forse son io che non mi piaccio
sarà il bisogno di eccezionale
o l’esperienza dell’usuale
forse vedessi la madonna
dritta a mezz’aria fuor dal portone
e cominciasse ad alzar la gonna
potrei avere un’emozione
lo so, lo so, sto rincretinendo
ora la smetto, ora mi riprendo
ascolterò con aria quieta
anna che parla di castaneda
nina che narra del marocco
gina che dice di un certo blocco
nina che danza di là in salotto
pier che la filma col super 8
e quando giulia dirà, ridendo
di aver bevuto del latte fresco
mi stupirò disperatamente
sgranerò gli occhi e dirò: “pazzesco!”
ma poi perché fare una cosa che non mi va?
non so come fare ad uscire da questa…
perplessità, inquietudine strana
quando ogni cosa sembra così vana
perplessità, non trovare niente
non dico bello, ma almeno convincente
potrei provare la religione
passare dei giorni in meditazione
parlare a lungo con un pitone
cercando un’illumin+z+one
ma quando incrocio le gambe e i bracci
mi fanno male tutti i polpacci
e ripeto un mantra, disteso al sole
dopo un po’ scordo le parole
star sulla testa è micidiale
mi vien l’artrosi cervicale
ogni mattina cerco uno specchio
nemmeno l’ombra di un terzo occhio
eppure prego anche parecchio
ho enormi calli sul ginocchio
ma neanche un’illumin+z+one
neanche d’agosto col solleone
perdonerete quello che dico
ma se mi fisso l’ombelico
sento un’enorme malinconia
per la mia cosmica idiozia
sarà forse questione di civiltà
non so come fare ad uscire da questa perplessità
mi siederò, conterò fino a venti
guarderò il giorno, fischiettando tra i denti
e osserverò volar sopra gli uccelli
mentre mi liscio la faccia ed i capelli
e a lungo così resterò perplesso
pensando che tanto poi fa lo stesso
se io soluzioni non ne so dare
mica mi posso anche impiccare
di ciò di cui non si può parlare
meglio sarebbe assai tacere
e finalmente potrò restare
ad occhi aperti davanti al mare
mi metterò solo a guardare
sono disposto a respirare
e finalmente potrò tacere
senza il complesso di invecchiare
e sempre pr+nto a ricominciare
ad alzarmi in piedi e camminare
quando mi sembra di intravedere
nel sole caldo scintillare…
il diamante della realtà
stringerlo in mano e veder che brilla già
in mille riflessi di nuove… perplessità
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