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diacca - il sorriso di un clown lyrics

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[testo di “”]

[strofa 1]
i miei dilemmi non lasciano lividi non son tangibili
vivono negli incubi non riesco a descriverli
è difficile scriverli dar loro dei nomi
come si fa coi barboni li chiamiamo invisibili
mi hanno mentito spesso e il dolore mi ha riflesso
la consapevolezza che è più brutto mentire a me stesso
fa più brutto il silenzio se non è vero silenzio
ma è la scelta di non ascoltare per indifferenza
mi differenzio
o almeno credo
come credo di non credere
però ci spero
e crеdo almeno di non esserе infallibile
come tutti
per questo cerco di credere al meno possibile
là fuori sei preda se rimani leggenda
se ti infettano fai parte del gruppo
l’uomo è la più tremenda tra le specie sulla terra
perchè semina veleno e poi ne mangia il frutto

[ritornello: cecjlia]
è un equilibrio precario che mi domanda
se sorridere è descrivere frasi di circostanza
riderò finchè io posso
fino a che non troverò il mio posto
camminerò su un filo instabile
ridendo sotto i baffi di chi è meno abile di me
cosicchè risulterò pagliaccio
si ma
almeno quanto te
[strofa 2]
ridi pagliaccio
ridi per ultimo
riderai bene e ti sentirai unico
per strada ridi per ogni piccolezza
cosa mascheri la sotto
e a chi interessa
a chi interessa
a chi
la vita di un clown
è una metafora la vita di un uomo mediocre
vuole una favola se la ricorda da quand’era bambino
da grande scopre che quel pubblico è il lupo cattivo
e scrivi per farti rivivere
pensi di avere un talento che in fondo agli altri fa sorridere
ai sorrisi rispondi con un sorriso ma è differente il tuo
il tuo è un ghigno sofferente
nasconde quel singhiozzo di dolore
e tu ridi per quel che ti avvelena il cuore
la musica è la pozione è la lacrima in questa nota
ma la folla è infima
misera e non la nota

[ritornello: cecjlia]
è un equilibrio precario che mi domanda
se sorridere è descrivere frasi di circostanza
riderò finchè io posso
fino a che non troverò il mio posto
camminerò su un filo instabile
ridendo sotto i baffi di chi è meno abile di me
cosicchè risulterò pagliaccio
si ma
almeno quanto te
[strofa 3]
non serve il tuo bagaglio se vuoi scappare svelto
il pubblico è un tiratore scelto e tu sei il bersaglio
non serve il tuo sapere con cui sp+ccare il mondo
il pubblico è il tuo limite
a lui importa ridere
non serve la tua presa se vuoi staccare la spina
il pubblico ha l’energia alternativa e tu sei pedina
non serve la tua idea e
se vuoi sbagliare cadi
al pubblico non giova rialzarti
è pr+nto a rimpiazzarti
qual’è il tuo posto
dopo i leoni in gabbia e i domatori
ma sei piu in gabbia tu e gli altri stanno fuori
qual’è il tuo posto
dopo l’equilibrista
ma hai piu equilibrio tu li fermo
in quell’inferno
qual’è il tuo ruolo
risollevarli dai loro problemi
come se tu non ne avessi come fossi l’ultimo
f+gli vedere il fuoco dentro che hai negli emisferi
fargli vedere il fuoco
dai fuoco al pubblico
[ritornello: cecjlia]
è un equilibrio precario che mi domanda
se sorridere è descrivere frasi di circostanza
riderò finchè io posso
fino a che non troverò il mio posto
camminerò su un filo instabile
ridendo sotto i baffi di chi è meno abile di me
cosicchè risulterò pagliaccio
si ma
almeno quanto te



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