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digiuno - carattere di piombo lyrics
[strofa 1]
è l’undici aprile millenovecentoundici
corro da viola sto diventando padre per la terza volta
ho preso la porta di corsa
e ogni passo sono occhi lucidi
ti ho preso in braccio, chinandomi a baciarti
abbiamo scelto un nome diverso dagli altri
col lavoro che faccio spesso ho i letterati in mano
e ho pensato di battezzarti tra i giganti
se vorrai aiutarmi potrai aiutarli ad andare avanti
con l’augurio che potrai fare altrettanto
comporre pagine è un lavoraccio
a metà tra leggere e scrivere e tutto al contrario
qui ho imparato che certe idee non puoi affidarle alle lettere
le persone non sono rinchiuse nelle tessere
puoi stamparne di manifesti non decidi cosa legge la gente
e le parole hanno un peso letteralmente
ma l’ambiente è una meraviglia, una piccola famiglia
e mentre ci chiedevamo a chi assomiglia
hanno stampato una cartolina giù in tipografia
con scritto benvenuto anteo, viva l’anarchia
[ritornello]
raccoglievi le foglie dei platani, i semi degli aceri come tesori
guardando le vette degli alberi spogli
io pensavo questo mondo è marcio
e tu mi dicevi questo mondo è alto
ho fatto un sogno scomparivi tra le persone
ti perdevo, poi ti trovavo in ogni dove
e piangendo sereno mi dicevo custodisco i tuoi semi
per un’altro terreno, un’altra stagione
[strofa 2]
mentre crescevi a oliare macchine e armi
scalciavi sentendo i discorsi dei grandi
quando ti alzavi per parlarci
ci guardavamo come non sapessimo chi avessimo davanti
ti ho dato carattere perché questo è il mio mestiere
non inchinarti neanche per dovere
scegli se piegarti ma non accettare mai catene
e se la vita te le impone, non accettarne la fede
io mi sporco le mani ma non mi sporco
so qual è la parte giusta senza sforzo
tu vivi senza maschere, senza rimorso
tu carattere forte, carattere di piombo
[ritornello]
raccoglievi le foglie dei platani, i semi degli aceri come tesori
guardando le vette degli alberi spogli
io pensavo questo mondo è marcio
e tu mi dicevi questo mondo è alto
ho fatto un sogno scomparivi tra le persone
ti perdevo, poi ti trovavo in ogni dove
e piangendo sereno mi dicevo custodisco i tuoi semi
per un’altro terreno, un’altra stagione
[strofa 3]
ho smesso di parlare, cosa resta da dire?
troppe frasi tra le mani perdono valore
tutto l’inchiostro versato tace il mio dolore
le rotatorie girano a vuoto, la carta sta per finire
mi sono pentito di quello che ti ho detto
non dei valori che ti ho trasmesso
me lo sono chiesto, non sai quanto me lo sono chiesto
quanto sarebbe diverso, tutto sarebbe diverso
non è lo stesso
nonostante abbia capito il tuo gesto
il tuo dito sul grilletto è stato un esempio
ma quanto ho perso, quando ti ho perso?
ci ripenso e anche se non ne sono contento
con le ginocchia spezzate dal tempo
dopo aver trascinato i giorni, sto meglio
io fiume sommerso ho infranto l’isolamento
so che scorri con me anche adesso, ti sento
non contano le lapidi, i fiori sul cemento
resti piombo che vola nel vento
oggi in corteo anteo è fiorito il mio silenzio
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