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dj fastcut - il secondo verso lyrics

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[intro]
“perchè sono salito qu-ssù? chi indovina?”
“per sentirsi alto!”
“no! sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse
e il mondo appare diverso da qu-ssù. non vi ho convinto?
venite a vedere voi stessi.”

[strofa 1: mask]
come sto? beh, ora meglio, grazie
a quelle nottate in cui ero sveglio e le ansie a strozzare il fiato come le disgrazie
in para per ogni idea che si aggirava
ma erano blocchi mentali infami, un po’ come le distanze
c’è spazio, siediti qui, fai compagnia al m-ssimo
scopri che panico e follia non affascinano
dipingo astratto un me drastico
il cl-ssico risultato non ha il sapore di ciò che mastico
perché darsi contro quando si stringe la morsa
fermar la mente scossa e usare il doppio della forza
è chiaro che per farlo tocca sbatter la capoccia
ed io per quanto l’ho sbattuta ho fatto il callo sulle ossa
i consigli ricevuti li ho apprezzati, non seguiti
tengo sempre in mente i nomi dei fratelli perseguiti
prov-ssi a disegnare ciò che ho visto per la city
non basterebbero colori né fogli infiniti

[ritornello: wiser]
quando mi chiedono con il sorriso “come stai?”
a me che un giorno buono nella vita proprio mai
sorrido rispondendo con un “bene, dai”
rimango in piedi, non importa quante me ne dai
ti chiedono con il sorriso “come stai?”
a te che un giorno buono nella vita proprio mai
sorridi rispondendo con un “bene, dai”
rimani in piedi, non importa se le prenderai

[strofa 2: wiser]
disegno con dei suoni perché qui non c’è un colore
così che possa avere il quadro della situazione
la mano dà tremore
ma nonostante questo provo spesso a dare ad ogni gesto la sua dimensione
ad ogni pennellata data è una risata fatta
la lacrima che ho speso per sfogare la mia rabbia
un’onda che cancella ciò che ho scritto sulla sabbia
il tesoro che ho trovato senza aiuto di una mappa
nemmeno bado a ciò che provo quando tiro linee
come chi non prova più niente quando tira linee
la differenza tra la vita e morte qui è sottile
il punto di rottura lo si tocca col soffrire
credevo troppo poco in me ed ora, beh, no
perché ho combattuto demoni interni come rimbaud
se mi domandi chi sono io ancora non lo so
ma combatto fino al giorno in cui forse lo capirò

[ritornello: wiser]
quando mi chiedono con il sorriso “come stai?”
a me che un giorno buono nella vita proprio mai
sorrido rispondendo con un “bene, dai”
rimango in piedi, non importa quante me ne dai
ti chiedono con il sorriso “come stai?”
a te che un giorno buono nella vita proprio mai
sorridi rispondendo con un “bene, dai”
rimani in piedi, non importa se le prenderai

[strofa 3: william pascal]
scrivo ‘sta strofa, 38 di febbre il 28 dicembre
e l’ansia dei 28 si sente
non sono più il bambino bravo con in mano i pastelli
ora ho le mani in pasta e no che non mi bastano quelli
vorrei tornare a quando il dramma era un ginocchio sbucciato
non chiudo occhio da giorni, mi pare un gioco truccato
una sorta di tetris che non conosce mai fine
eppure di incastri ne ho fatti, penso che sai che vuol dire
do concime alla mia terra così coltivo
la stanchezza la avverto, ma continuo
c’è che chiede: “w-lly i testi li scrivi a penna o a mat-ta?”
invece scrivo al pc, pensa che merda la vita
ad ogni modo resto in piedi, non sono sconfitto
più forte di ogni tua guerra, resisto ad ogni conflitto
e se mi chiedi qui con il sorriso “come stai?”
il secondo verso è il pezzo che ti ascolterai

[ritornello: wiser]
quando mi chiedono con il sorriso “come stai?”
a me che un giorno buono nella vita proprio mai
sorrido rispondendo con un “bene, dai”
rimango in piedi, non importa quante me ne dai
ti chiedono con il sorriso “come stai?”
a te che un giorno buono nella vita proprio mai
sorridi rispondendo con un “bene, dai”
rimani in piedi, non importa se le prenderai
quando mi chiedono con il sorriso “come stai?”
a me che un giorno buono nella vita proprio mai
sorrido rispondendo con un “bene, dai”
rimango in piedi, non importa quante me ne dai
ti chiedono con il sorriso “come stai?”
a te che un giorno buono nella vita proprio mai
sorridi rispondendo con un “bene, dai”
rimani in piedi, non importa se le prenderai



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