doxpara - farfalla lyrics
[verse 1]
ai giorni d’oggi abbiamo il 4k, ma vediamo ancora bendati
ho tratto la spada dalla roccia dei miei antenati
ho estratto l’acqua goccia per goccia da fiumi -ssetati
ho visto gente morire in paesi devastati
anime che giacciono esili per terra
anime poco vivide con l’iride colma di tristezza
la città diventa sempre piu grigia senza un filo d’erba
alti i palazzi che scrutano il cielo con leggerezza
quando si esce per strada servirebbero dei tappi
coprirebbero le orecchie dei bambini dalla crudeltà dei grandi
probabilmente molti sono stanchi
di sentirmi parlare di drammi
quindi chiudo il verso con una frase di ghandi
[verse 2]
in molti si chiedono se abbia mai saputo cos’è il dolore
per me il dolore è quando senti il polmone esplodere e ti viene una fitta al cuore
stessa o equivalente
paragonabile all’amore
una morsa letale quanto dolce e indolore
prova a metterti nei miei panni e vedrai che capirai
tutti i giorni fuori senza casa dove andare
senza mai avere un letto caldo
solo un cartone e timore per mangiare
non hai idea quanto sia di conforto la luna
quando sei al buio e cerchi una luce pura
ho paura, del buio anche se lo semino
sono come un tunnel scuro solo che non termino
mi elimino da solo portando con me il vuoto
ho mancanze d’affetto come chi ha i denti d’oro
testi di merda
beh ora chi ride se chi mi segue dice che avevate torto?
[verse 3]
quando comiciai da bambino
non pensavo avrei avuto il potere di cambiare le persone
al tempo vivevo senza mater-sso sulle doghe
ci nascondevo i sentimenti e le rogne
nel cuscino c’era ancora il suo odore
dolce gabbana
io wild bandana
il suo frutto preferito era la b(-eep-)
mi ricordo i suoi -ssoli di chitarra
nel viale dei sogni infranti
la suonava sempre mentre tornavo a casa tardi
ancora mi manca quando la cerco e non sento i suoi lamenti
non dirmi che ci sei stata perche non c’eri
non dirmi che ti sei scusata, perchè i ceri sono spenti
amavamo le stesse cose dicevi… ma tu menti
non hai idea di quanto amavo i tuoi lenti
p-ssetti, falsi
sorridevi sì, a volte, a tratti
ho uno spazio tra le ossa
una ferita larga come una fossa
una foiba pr-nta per la tua faccia tosta
non sai quanto mi costa
sono felice quando ascolti i miei pezzi, perchè io prendo fama e tu la scossa
non ti chiedo scusa se ti ho offeso
in fondo non è colpa tua se sei nata (a) troia
[outro]
levi;
canis major;
2017;
farfalla
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