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dtk 230 - rap italiano (rmx) lyrics

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(intro)
(dancer)
(ehi, ehi)
(mic check, uno+due mic check)

non c’è bisogno che io ti debba spiegare ancora com’è sta merda vero?
la tensione, la rivalsa, i beef, gli scazzi e i props
gli uprocks, i b.boys, la calle, le air force
dal bronx a milano, a varese a hong kong
da prince paul a saigon, da prodigy a large pro
kassovitz, cut k!ller, edith piaf nei blocks
l’fn, il metallo, f+xia, taf, i boss
le suburbane sotterranee da banos a mio fratello rocks
le tecniche sui 45 giri dei pro

qual è il tuo gioco, il tuo sport playboy? non lo so
un paio d’anni e i tuoi seguaci diranno: “non so…”
dici che hai cambiato regole, quali? non lo so
questa merda che io faccio riecheggia da un po’
si chiama rap italiano, minchione guarda un po’
stesso pezzo che scrivo da 15 anni da mo’
nessuno mai si è rotto il cazzo di ascoltare l’hip hop

questo paese è narcotizzato da musica mononota
il pubblico è anestetizzato e fottuto da un altro idiota
giù a novanta le tue orecchie quanto il tuo libero arbitrio
libertà espressiva ai minimi storici, siamo al bivio
io ho solo la mia parola e una manciata di minuti
qualche buon proposito, l’odio in gola e tanti saluti (ciao)
pagare per vedermi dal vivo è un investimento
e tritare controcorrente è il mio solito allenamento
fotto fans a queste fashion victim
su a milano è babilonia barre e snitching
sbarbi con gli impicci e barbie coi capricci
mentre classicheggio tipo focaccia da princi
osservo dall’esterno in chilling ‘sti casting di rap attrici
orfano b+st+rdo di un’era in collasso decimata
per molti finita, cannibalizzata, smostrata, datata
c’han b+ttato in mezzo a una strada dicendo “poi vedremo”
non ho rancori, è anche per voi che lo mantengo vero
ho sentito il tuo disco… non so
un paio d’anni e i tuoi seguaci diranno “non so…”
dici che hai cambiato regole, quali? non lo so
questa merda che io faccio riecheggia da un po’
si chiama rap italiano, minchione guarda un po’
stesso pezzo che scrivo da 15 anni da mo’
nessuno mai si è rotto il cazzo di ascoltare l’hip hop

(dtk 230)
g. fantini è il fottuto pilone nel gioco
la prima linea di razza sta figa io la scopo
di farti tornare a casa con gli arti in sacchetti sotto vuoto
quando rappo è coprifuoco
per sti soldatini all’ombra di qualcuno un po’ più noto
fotte un cazzo, mettimi alla prova
metto la mia dignità sul piatto
gioco la mia faccia oppure il tuo contratto
scemo pagliaccio, ridi credendomi preistoria
parliamone appena scoppia sta bolla dell’era rap+troia
suca, già vi vedo
scuba da overflow, polmoni autonomi io non annego
pompo ancora huda dagli anni dell’alterego, del number e del p+gold
io stavo in sottocassa in fabbrica fabbrica olstad e mobilsquat
feel me? toccami il braccio sinistro poi compra un gratta e vinci
spremi le meningi, apri gli occhi e poi dimmi quanto spingi
ve lo urlo in faccia a tutti dal 2002
tu accenni al capolavoro ma fra’ non sei cimabue, toma
la tensione, la rivalsa, i beef, gli scazzi e i props
gli uprocks, i b.boys, la caje, le air force
dal bronx a milano, a varese a hong kong
da prince paul a saigon, da prodigy a large pro
kassovitz, cut k!ller, edith piaf nei blocks
l’fn, il metallo, f+xia, taf, i boss
le suburbane sotterranee da banos a mio fratello rocks
le tecniche sui 45 giri dei pro
qual è il tuo gioco, il tuo sport playboy? non lo so
un paio d’anni e i tuoi seguaci diranno “non so…”
dici che hai cambiato regole, quali? non lo so
questa merda che io faccio riecheggia da un po’
si chiama rap italiano, minchione guarda un po’
stesso pezzo che scrivo da 15 anni da mo’
nessuno mai si è rotto il cazzo di ascoltare l’hip hop
questa merda che io faccio riecheggia da un po’
si chiama rap italiano, minchione guarda un po’
stesso pezzo che scrivo da 15 anni da mo’
nessuno mai si è rotto il cazzo di ascoltare l’hip hop



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