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dubzenstep - don vito (the 666th sense) lyrics

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p-ssa la sbornia
vest-to di foglie di fico
legato a un altare
tipo il testamento di t-to
tra sete e vergogna
mi bevo metà dell’affitto
la mia storia non sta dentro un sito
ma dentro a un bicchiere di un uomo finito
purtroppo non sono il tuo mito
baciamo le mani il mio nome è don vito

a stento mi accorgo che esisto
ogni giorno è quel film che hai già visto
rinnego fede in quel cristo
che guarda dall’alto mentre non resisto
gli scheletri dentro all’armadio
che gridano “fermo!” ma faccio il contrario
fratè ci vediamo da mario
con te e ligabue crocifissi al contrario

fanculo ste barre
pretendo l’armata del selfie nel mio tritacarne
in un mare amaro remo e rimo
con la biro baro
paro paro ramino
flow divino di vino declino
mi sento gia vecchio
la mia testa mozzata in un secchio
e’ il mio sogno ricorrente da parecchio
c’ho la sfiga di chi odia la sua immagine riflessa sullo specchio

il viso color giallo smunto
fetore di morto presunto
son l’autoritratto di un uomo distrutto
tra vivo e defunto
alla morte fratè ci si abbona
e’ la donna che poi ti abbandona
se qualcosa di qua non funziona
fottetevi voi e i vostri tori a pamplona

p-ssa la sbornia
vest-to di foglie di fico
mi chiamo don vito
tra i tre condannati impalati con t-to
l’amore che nasce da un fiore
un prato che odora di more
la morte tra vermi che crescono al sole
io sono l’attore che muore

ah, brah! check out!
l’apostolo sbronzo dell’ultima ultimo cena
potrei reagire e rialzarmi ma non ho più il fegato perché mi è andato è in cancrena
un’anima sempre irrequieta
ai tremori ci pensa la keta
alla vita ci pensa l’accetta
cavallini putrefatti disegnati sulla mia maglietta

lo sai che cos’è l’astinenza?
e’ una cameriera che calcola il conto
del tavolo in cui c’ha cenato don vito con la sua incoscienza
l’odore del vomito misto al liquore
nel letto per ore affogo nel mio stesso sudore
contorto, confondo realtà con immagin-z-one

sotto il mio letto c’è una tizia viva
che ride con voce ossessiva
le mani purpuree su quelle piastrelle
trascinano lei come nafrago in riva
impugno il rosario
mentre scappo con moto precario
c’è lei che mi insegue con i legamenti al contrario
e la testa che le ruota in senso antiorario

mi bracca nel muro
mi afferra con fare sicuro
poi punta il balcone e si getta nel vuoto piu puro
nell’aria puzza di solfuro
l’inizio tra marlboro e tennent’s
la fine nel delirum tremens
la lapide dice: “don vito ammazzato dalle sue visioni
the 666th sense



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