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egreen - diario di bordo, pt.ii (giugno 2019) lyrics

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diario di bordo, pt.ii (giugno 2019) lyrics
[testo di “diario di bordo, pt.ii (giugno 2019)]

[intro]
voglio stare da solo, scrivere un po’, poi stare con te ancora
voglio stare da solo, scrivere un po’, poi stare con te ancora
voglio stare da solo, scrivere un po’, poi stare con te ancora
voglio stare da solo

[strofa 1]
quel mese di giugno è stata la cosa più bella della mia vita
come quando alle medie in gita slingui la prima tipa
come il tuo primo mezzo chilo, prime stecche sulla tanita
non sei stata, certo, la prima, ma per me sei ancora la prima
stavo ancora in bovisa 9, arrivavo dal tour di lo ve
con il cazzo duro e il clamore, reduce da qualche pienone
si può farе, si può cambiare, mi hai fatto venire la voglia
di smеttere di troieggiare e migliorare per una donna
ricordo l’abbraccio in maiocchi e bestemmiavo di gioia a fiocchi
non ci credo, sei arrivata manco avessi fatto i tarocchi
tornavo da bogotá, volevo solo rivederti
per dirti: “è vero, è tutto vero”, davvero, è vero, tutto vero, davvero (ehi)

[ritornello]
voglio stare da solo, scrivere un po’, poi stare con te ancora (ehi)
voglio stare da solo, scrivere un po’, poi stare con te ancora (ehi)
voglio stare da solo, scrivere un po’, poi stare con te ancora (ehi)
voglio stare da solo
[strofa 2]
quel mese di giugno è stata la cosa più bella della mia vita
stavo impazzendo col disco, ma non temevo salita
milano non è mai stata così fertile e profumata
bramavo quei fine giornata
dimmi a che scuola sei andata (vai, dimmi)
quella sera da te, quella foto con zampi brillo (ehi)
adoro quanto ami tuo padre e quel libro di don delillo (ehi)
siamo seduti, ma mi alzo per baciarti
nostro figlio avrà due occhi da infarti
questa è la prima delle prossime vite in cui sono commosso e disposto a sposarti
dove sei? quando torni, sarò lì
sono un po’ nervoso perché non ho un piano b
ma fa niente, insieme questo è niente
apro il vino, tu accarezzami le tempie
consapevoli entrambi di una scelta
con la testa e la pancia, alla svelta
finestre aperte, la luna è una lanterna
come in cielo, così in terra (ehi)

[ritornello]
voglio stare da solo, scrivere un po’, poi stare con te ancora (ehi)
voglio stare da solo, scrivere un po’, poi stare con te ancora (ehi)
voglio stare da solo, scrivere un po’, poi stare con te ancora (ehi)
voglio stare da solo
[strofa 3]
quel mese di giugno è stata la cosa più bella della mia vita
e dirlo in un disco, per me, ha più valore della mia vita
e, come nei racconti più brutti, questo non darà alcuni frutti
ora che siamo putrefatti e distrutti, muti da un motivo su tutti
non è stato un momento né un tracollo del sentimento
tu sai bene cosa cazzo è successo, ero con te in quell’appartamento
quando nell’autunno di quell’anno mi hai visto per terra in affanno
io volevo solo dirti: “sto male, ti amo, stammi più accanto”
e ora, dopo lo schifo, sono vuoto coi buchi in testa
vorrei solo che tu stia bene senza la mia foga maldestra
hanno tutti un buon consiglio, son troppo vecchio per un figlio
e coi detriti di un macigno giunti dal bosforo al naviglio
prima di sbattere la porta, prima di spezzare la corda
prima di questa prima volta, prima che ti sentissi morta
prima che crollasse il mondo, degli avvocati e il conto in rosso
dei debiti e i “non ce la faccio”, sei stata il mio più bel miraggio



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