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eugenio rodondi – la cicala lyrics

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quanto freddo e quanta fame
la cicala è nello strame
cerca invano un granellino
dice: “andrò nel magazzino
dove sta la formichetta”
picchia, picchia, aspetta, aspetta
e si apre l’uscio finalmente
“un granino?”
“non c’è niente!”
“un granino, per pietà!”
“dica un po’ la verità
che faceva questa estate
con le splendide giornate
mentre al sole faticavo?”
“formichetta, sa, cantavo”
“e canti dunque, canti ancora
ancor balli, mia signora”
si serrò, alla dura, la porta
e la cicala cadde morta

suono per non morire
di fatica e di stenti
ma quanti turbamenti
mi girano in testa
ed ogni giorno è sempre festa
che mi gira la testa
e quello che mi resta
canta con me

canto perché so cantare
suono se c’è da ballare
e non mi dite come fare
che non lo farò

le formiche a carnevale
si traveston da giullare
per evadere al reale
danzano con me
ma poi mi abbandonano di nuovo
e ritornano al lavoro
perché poi il freddo arriva
e si deve mangiare

ma come campa male
chi non si sa fermare
in una vita di lavoro
mai sorriderà, ah ah

è due settimane di vacanza
che non si riempiono la pancia
perché poi il freddo arriva
e si deve mangiare

meglio una vita da leone
che tanto la pensione
per cantare una stagione
non ci sarà

meglio una vita da leone
che tanto la p-ssione
per lavorare una stagione
non ci sarà

morirò al primo gelo
che finirà l’estate
con le cupole stellate
sopra di me

creperò di sete e fame
che non mi darete il pane
ma io morirò ubriaco
da quanto ho cantato

e allora canterò stonato
e morirò ubriaco
che non ho mai imparato
ad imparare

che son la cicca del mondo
e mi sc-sso tutto il giorno
e quello che mi resta
canta con me

che son la cicca del mondo
e mi sc-sso tutto il giorno
e quello che mi resta
canta con me

che son la cicca del mondo
e mi sc-sso tutto il giorno
e in culo alle formiche
che lavorano



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