fast fool - awake! lyrics
i
storie inventate
commedie e puttanate
va di moda averle già appuntate
per poi viverle a puntate
non me ne importa
non è a quello che punto
meglio morti che in un punto morto
questo è il riassunto
finali già scontati
in calce a righi trasognati
è come andare in carcere
a cercare gli anni andati
li saluto sedati e seduti comodi
sul loro trono di
falsi ideali ed idoli
ma saldi e solidi
ho lacune da colmare
ed è giunto il momento
non cammino culo a muro
ma navigo in mare aperto
ho lasciato il mio porto sicuro
la mia laguna
per portarmi al largo dagli sguardi
della tribuna
fanno le gare a chi risulta più lineare
a me risulta arduo sono curvo naturale
una vita agiata e di facciata a me non m’interessa
voglio una vita agitata, sfacciata, piena e intensa
il mare in piena tempesta
danzare sulla cresta
dell’onda
non abbassarla con la testa
alzala e affronta!
non stare in pena
per la pendenza
o appresso a una credenza
o appeso a una lenza
o in penitenza
all’angolino del mondo
come un eremita
e la vita che ti sfuma sullo sfondo
sfondo ogni porta
non mi importa più di ciò cela dietro
non mi gela più il timore dell’ignoto o del segreto
sono io al timone e nuoto verso foce non arretro
finché ho voce non sto quieto
brucio ogni divieto
e se c’era ero io ad averlo messo
sono l’unico custode di me stesso
il carnefice e l’oppresso
apro la cella e finalmente gioco allo scoperto
non mi curo più di nulla ma mi cullo nell’incerto
sospeso su di un amaca che gravita sul baratro
amo stare in bilico ogni limite lo valico
ii
è venuto il tempo di mandare a fare in culo
tutto quello che mi limita e avanzare come un mulo
una vita zitto e muto
aspettando un’altra goccia
se mi accendo non mi stuto
non basterà la pioggia
il sole c’è l’ho dentro
così tanto che è un inferno
alle volte è così forte
che mi esplode nello sterno
all’esterno non si nota
calma apparente
il mio estro non si svuota
per quanto si riempie
ventisette possono bastare ma non mi accontento
soprattutto adesso che è venuto il mio momento
vivo in quello presente
l’unico che conta
non mi perdo a raccontare
la mia stessa impr+nta
voglio portate di male e veleno
per rendermi immune
e portarmi più lontano da ogni sogno che mi illude
sorvolo sugli sbagli e sulle sbavature
non ci bado manco più sono sbiadite pure
seguo il mio fato
mi manca il fiato
trovo respiro nell’afflato mistico
m’ispiro e vado
verso dove?
più dolore forse
voglio scorze dure
a piedi scalzi e a cuore nudo
senza scudo né armature
ogni giorno che potrebbe essere l’ultimo
per questo vivo al massimo tutti i tumulti mo
che posso farlo
ardo come un dardo infuocato
non rimando a quando
sarò un corpo scordato
sotto al fango
afferro il giorno
prima che la notte sopraggiunga
non c’è alcuna regola
che vige in questa giungla
quel momento in cui realizzi
che tu sei peso e misura
di ogni cosa che idealizzi
svanisce la paura
ogni errore è sacro
la perfezione è un simulacro
ho in orrore il vacuo
e in amore il pathos
è un tuffo nel vuoto
come nel bungee+jumping
né prima né dopo
solo l’abisso avanti
ritornello
a piedi nudi sopra un filo ardente
chiudo gli occhi e stringo i denti
ancora
(dammene ancora)
se tutto attorno a me è un patema
non mi perdo d’animo
ma ne voglio ancora
(ancora)
col cappio al collo e senza alcun appiglio a un palmo dal tracollo
ma non mollo ancora
(dammene ancora)
ogni lacrima che scende è nuova carica per risalirne a capo
io ne voglio ancora
outro
ogni lacrima che scende mi ricarica, non mi rammarica
ogni piaga mi gratifica nell’anima
ogni fatica è nuova linfa, ogni spina nel fianco
mi dà spinta per la prossima sfida
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