flesha - sashimi & sangue di giuda lyrics
[verse 1: j+p]
brutta faccenda e non è il “bunga bunga”, ho fatto i chilometri in questa lunga giungla
io sto a te come il breaking alla zumba quindi occhio che ti mastico e ti gonfio come un chewing gum
siamo alle strette: i soliti palchi con le attricette, “i soliti ignoti” e le barzellette
i soldi li svolti con le mazzette, io voglio solo carne cruda e la mangio con le bacchette
poi ci gioco a “shangai”, soldato uruk+hai più selvaggio di un guerriero masai
io non gioco, sono serio ma sai in questo mondo disumano mi sento un alieno: x+files
milano+verona, v+city è lo slogan, con le 16 droppo un leg drop come hulk hogan
e se dici che il funk è passato di moda non c’è posto per te, giuda iscariota
[verse 2: lanz khan]
ok, io sono “il meglio dal peggio”, sulla tua faccia passeggio, mare di merda, galleggio
con la tua testa palleggio, buon “cavalchina” sorseggio, dalla panchina al pareggio
la mia autostima parcheggio, sono arrogante, mi atteggio!
vado elegante al maneggio, se lei è un diamante, taccheggio
con l’avvocato patteggio, nel buio lampeggio, il mio sangue a valeggio
come i lamberti, “torreggio”, i miei dipinti: correggio
se c’è tensione gareggio, fuori dal cazzo perché non cambia il punteggio!
[verse 3: flesha]
la gente fa “rumore per nulla” alla kenneth branagh, tutti sotto tiro per strada tipo stallo alla messicana
navighi in brutte acque circondato dai piranha, dai barracuda nelle bermuda tra qualche cagna
nessuno si muova, nessuna si farà male: è violenza orale nella cavità auricolare
sta roba è cruda: sashimi e sangue di giuda, il mio flow buca: è il proiettile di una ruger
quanti parlano di me? quanti parlano di rap? tutti grandi con i contanti tra i contatti dentro al web
fanno i patti dentro al set, più fatti che in un sert, dammi un attimo ancora per schiacciarli come webb
per me è solo questione di barre, giochi a fare il k!ller? sul microfono sono pat garrett
datemi del “lei” alla fine non vi conosco, il 90% di voi mi scivola addosso
[verse 4: ape]
arriva il vecchio morgy all’improvviso frate, non te l’aspettavi
nel gioco dai tempi d’oro, tu neanche ti m+st+rbavi, quando ogni parola in più prima di uscirla la pesavi
e ogni frase del cazzo detta a cazzo poi la pagavi, ora tutti schiavi delle tendenze
ragionate con il cazzo ma è il cazzo moscio atrofizzato di un transgender
sono evergreen chiamami nicholas, la firma su ogni decade, la faccia da cazzo su ogni pellicola
sto preso bene di natura ma ho poca fiducia, acrobazie per stare in piedi come un mes di lucia
sempre parlato di me stesso con pochi aggettivi, non fare il colto che se parli sbagli i congiuntivi
generazione senza eroi che venera uno schermo, riprende quello che vorrebbe via quello che ha intorno
condensa rabbia, amore e scherno in un minuto scarno, poi si ritrova intrappolata dentro un altro inferno
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