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ghemon – ufficio immaginazione lyrics

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[intro]
buongiorno a tutti, ho l’onore di presentarvi oggi, il mio nuovo nuovo ufficio: l’ufficio immagin-z-one
posso aiutarvi nei modi più disparati
persone , animali, piante
anche gli oggetti sono bene accetti

[strofa 1]
una mattina come un’altra e la sveglia del telefono e più impietosa del solito
mi cerca tra il cuscino e il plaid
sulla scrivania libri d’amministrativo riflessi nella faccia piatta del monitor
mat-te come lische e tempera come squame
sul legno di f-ggio che fa da mare
grafite che lo sporca come liquame
e l’iconografia d’origini cristiane che mi porto appresso
e una tensione che più sembra defilata e più mi coglie d’infilata e gocce di un espresso in tazzine dal fondo tanto melmoso che a fissarlo mi perdo
la luce tra le imposte è come raggi infrarossi e le scarpe sono dossi da scavalcare
ostacoli che vanno rimossi come testimoni di geova, disposti a bussare

[rit]
ogni secondo che p-ssa da una piccola traccia della mia fantasia (e lo so)
ogni singola storia su 50 e più milioni di storie che vi racconterò
parole come grano nei covoni
volano come lana dei soffioni
ufficio immagin-z-one aperto al pubblico, per chi non vuole dire sempre no!

[strofa 2]
ogni erezione mattutina mi disturba
come il ricordo morboso di ogni tua curva
in questo letto dove i sogni sono umidi a tal punto da terminare in polluzione notturna
c-ssetti pieni di spille e cavi, c-ssetti pieni ma cavi
t-sselli bucano i miei c-ssetti ideali
e fornicano con la formica dei miei armadi
specie quelli dei ricordi, quelli dei dischi della motown di barry gordy
quelli dei colpi così forti che perdi l’udito
che forano l’anima come bossoli di desert eagle
la ghisa di un termosifone vecchio, la carta che ristagna nel suo secchio
ed ogni prospettiva si deforma nel riflesso della lama d’un taglia carte d’argento

[rit]

[strofa 3]
così la polvere si poggia, qualunque superficie piana, per quanto sia antistatica è travolta
il mio cane bianco e nero è come un tango
dal rimbalzo che è una danza della pioggia
quando i pensieri che scalano la mia schiena s’infilano dentro la testa
le pupille mi danno la direzione, le mani poi si tendono, le gambe mi portano alla finestra
e tocco in rapida sequenza i tasti del mark i
lo so, sono 73 da spingere, tesi in avanti sono lingue
che battono il metallo ed ho 73 note da distinguere
73 frequenze distinte, 73 varianti, 73 sorgenti di suono, limpide 73 gli anni che avrò nel 2045

[rit]



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