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i fatti di cronaca - il salice piangente lyrics

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[strofa 1]
le lacrime del salice cadevano sul prato
e attorno aveva viti di nebbiolo
e nei giorni peggiori il bosco era allagato
piangeva perché si sentiva solo
i gufi e le cornacchie cantavano la sera
durante la stagione dell’amore
a celebrar la vita sbocciare in primavera
ma lui ne era soltanto spettatore

[ritornello]
e piangeva, e piangeva, tanto che è anche il suo cognome
mentre gli altri non potevano capire
e piangeva, e piangeva, con i crampi nеll’addome
della solitudine è mеglio morire

[strofa 2]
col trascorrere degl’anni, delle semine e stagioni
al suo fianco di betulla apparirono radici
e finirono le lacrime e finiron le alluvioni
perché insieme loro crebbero felici
e guardava innamorato la corteccia nuda e spoglia
e con lei tutto gli sembrava un gioco
così dolce e così brava a soddisfare ogni sua foglia
non faceva più paura neanche il fuoco
[ritornello]
e rideva, e rideva, non sapeva quando o come
non trovava le parole per spiegarlo
e rideva, e rideva, con i crampi nell’addome
finché un giorno lui le chiese di sposarlo

[strofa 3]
finalmente mi sento al mio posto
tra le tue braccia di sottobosco
e mi sembra sia tutta la vita che ci conosciamo
e mi copri dal caldo di agosto
con ombrelli di fiori e di muschio
e mi pulsan le foglie perché ti ramo

[strofa 4]
finché un giorno arrivò un uomo che voleva un po’ di legno
per creare delle bare o delle culle
ordinò con voce alta dopo che strappò un assegno
abbattete tutte quante le betulle
per un tavolo, una sedia o per la scopa di una strega
non potete voi tagliare via mia moglie
ma i lamenti ammutoliti dal rumore della sega
e lei cadde come cadono le foglie

[ritornello]
e piangeva, e piangeva, tanto che è anche il suo cognome
per la morte del suo amore la betulla
e piangeva, e piangeva, con i crampi nell’addome
ma alla morte non puoi mica farci nulla
[strofa 5]
quindi pianse per giorni e per notti
con il cuore ridotto in pezzetti
ma così tanto che un fiume in piena lui aveva creato
non bastarono allarmi o canotti
lui sommerse tutto fino ai tetti
finché l’ultimo uomo morì affogato
non trovò nessuna compassione
nel vederli morti galleggiare
nel vederli coperti di terra due metri nel suolo
e pianse per tutta la stagione
tanto che il fiume diventò mare
finché il salice volle morir affogato pur di star solo

[outro]
e piangevan, e piangevan, con i crampi nell’addome
della solitudine è meglio morire



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