kabo - la casa dei mostri lyrics
[intro]
e io, tegola su tegola, la tirerò giù
partendo dalle fondamenta per andare più su
[verso 1]
io sento di avere il terrore di non ricordare più queste parole
di dimenticare le barre, le strofe, le basi, le note, il rumore che fa la mia voce
a volte sento il microfono come una protesi
a volte ho paura che quella del rap rimanga soltanto una breve parentesi, solo un’ipotesi
da bimbo avevo paura del buio perchè non vedevo dov’ero
ora zero, temo la luce poichè mi rivela chi sono davvero
e parlando con fare sincero per me stesso resto un mistero
ma guardando nel mio pensiero troppo spesso ci vedo nero
ho paura, paura un giorno di avere paura del mondo
dei volti, dei posti, dei costi, dei mostri e di quello che avremo bisogno
non riesco a sentire il mio cuore che batte anche solo per qualche secondo
per paura che senza ragione un giorno quel battere cessi di colpo
ho paura di te, dell’idea che ti fai su di me
ascoltando il mio rap, pensandomi come non sono, credendo sia meglio di quello che è
ma sai cosa c’è? ho trovato una casa e fa proprio per me
non resta che fare i bagagli, contare gli sbagli e bussare: 1, 2, 3!
[ritornello]
e’ la casa dei mostri che affollano i nostri pensieri nascosti
io navigo placido su un mare acido verso orizzonti di platino
via dalla casa dei mostri che giocano al buio restando nascosti
sopra i palchi, tra i racconti, dentro te che mi ascolti
e io, tegola su tegola, la tirero giù
partendo dalle fondamenta per andare più su
vedendo i mostri miei che fanno cucù
ucciderei il bambino, io, di quel tempo che fu
bu!
[verso 2]
quando vi sento parlare ho paura di avere a che fare con certi discorsi
che trattano di macchinoni, di matrimoni, di azioni, di gossip
e quando vi sento cantare, mi salgono certi rimorsi
e ho paura soltanto a pensare di scrivere pezzi che sembrino i vostri
ho davvero il terrore dell’amore, dell’odio nelle persone
dei danni che possono fare negli anni frugando tra i panni del cuore
ho paura di dirti chi sono, al di fuori di una canzone
perchè penso che prenderesti sul serio il senso delle mie parole
sai, è sempre la solita storia: camminare bendato sui bordi
e tenerti al filo dei ricordi, se cadi in vuoti di memoria
dai, tu mangia l’ennesima foglia
rimanere davanti la porta a gridare contro i mostri nostri non serve a far spalancare la soglia
ho paura se mi togli le parole dalla bocca, per me è un problema serio
perchè non saprei più scrivere un’acca e sarebbe un putiferio
se devo provare paura, mi sporgo sul bordo del terrazzo
e se devo mirare al pubblico, spostatevi o vi ammazzo
[ritornello]
e’ la casa dei mostri che affollano i nostri pensieri nascosti
io navigo placido su un mare acido verso orizzonti di platino
via dalla casa dei mostri che giocano al buio restando nascosti
sopra i palchi, tra i racconti, dentro te che mi ascolti
e io, tegola su tegola, la tirero giù
partendo dalle fondamenta per andare più su
vedendo i mostri miei che fanno cucù
ucciderei il bambino, io, di quel tempo che fu
bu!
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