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macro marco & don diegoh - la ballata del (cuore) precario lyrics

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la ballata del (cuore) precario lyrics
[testo di “la ballata del (cuore) precario”]

[strofa 1]
dio, com’è difficile sputare la tristezza
su una chitarra vecchia ogni parola è una carezza
e poi stare in piedi dopo certi schiaffi presi
se i sogni sono gli ultimi rimasti illesi
marco col boom bap e lo stile più massiccio
una sigaretta in bocca per bruciare la tua fiction
io per fare queste rime e ripulire il grigio dal cuore
me le scrivo di nascosto nell’ufficio
mentre fuori la volante ferma fa posto di blocco
chiede i documenti e toglie tutto dal cruscotto
vuole vite morte di chi oggi ha fatto il botto
scrivi i nomi in bella vista, poliziotto
per quanto ne so, uscire da qua sotto costa il doppio
per questo molti stanno ancora al punto di partenza
fumare le stagnole in piazza indipendenza
questa qui non è commedia dell’arte, è sopravvivenza, ah
senza mani mami, in volo da cinquanta piani
ancora suona l’odio nei palazzi delle popolari
in giro con i poveri in canna, vieni con i cani
se ci perquisisci il cuore trovi diamanti rari
su il sipario, in strada lo stradario
guardo su, luna piena, in viaggio, lupo solitario
niente in palio quindi dillo pure al tuo impresario
questo è il ballo del precario, questo suono non c’ha tariffario
ho un compagno di banco sui notiziari
sfiorato da due sicari, venduto per trenta denari
tu non la domi la rabbia di chi sta ai domiciliari
quello che ancora ci salva è il viso degli amici cari
vorrei dirti che “fino a qui tutto bene”
ma lacrimo tra le iene con l’anima in cherosene
non chiedermi dove sto, la musica è ciò che c’ho
fermarmi non mi conviene, la vita è uno stop&go
mio dio, com’è difficile sputare la tristezza
quando ogni parola che ricevi ti spezza
prima di affermare che non sono all’altezza
guardami negli occhi, ascolta, zitto, pensa
[interludio]
[?]

[strofa 2]
gli schiaffi di mio padre li ringrazio per sempre
gli schiaffi ad una donna dicono che vali niente
gli schiaffi di un tenente, passato remoto
gli schiaffi della vita quando stai fissando il vuoto
gli schiaffi di chi insegna a me cos’è una famiglia
ma poi si scopa una più piccola di sua figlia
gli schiaffi ad un amico sono oro colato
perché l’hanno salvato da [?] e una bottiglia
gli schiaffi in queste barre solo se mi gira a me
preferisco amare più che odiare uno come te
oggi che mi annoiano ‘sti rapper cliché
ma solo dio sa quanto sono in fissa con il rap
e gli schiaffi dietro ma davanti è tutto okay
la bugia di raccontare tutto quello che non sei
voglio tagli sulla testa di ‘sti ladri farisei
se l’italia è una repubblica fondata sullo stage
dio, quant’è difficile sputare la tristezza
pensare in grande senza avere smanie di grandezza
portami il campione, il migliore, sua altezza
lo troverai in un angolo, zitto, che pensa

[interludio]
[?]
[strumentale]



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