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mark the red - incubi antropomorfi lyrics

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[strofa 1]
“ehi ma tu sei martina?
quella che si è fatta tutti?
quindi se ti porto in bagno
per €2 me lo succhi?
anche se sei una cessa
e non sei nessuno
te le darei due botte
ti vorrei toccare il culo
ho sentito della storia con il tuo istruttore
ho sentito che tuo padre è un fallito con pensione
che tua madre è andata via, per scappare altrove
però prima ti ha detto che sei nata per errore
ehi ma perché piangi?
guarda che stavo scherzando
è chе gli scemi non capiscono
se stanno esagеrando
dai calmati, giuro mi faccio perdonare”
e così la portò fuori, per farla svagare
la trattò da principessa, le scrisse una canzone
e così dal nulla, venne fuori una relazione
apparentemente falsa, ma non voleva soffocare
perché lui faceva il bullo, solo per non cedere alla tentazione
lui le insegnò a fare l’amore, lei gli insegnò come amare con baci e prese a male
perché spesso chi ci sembra il peggio è proprio il meglio che vuole solo insegnarci a non esser troppo
superficiale
rit
rivestirei i miei sogni
con l’adamantio e il vetro fusi ma
appena il tempo cambia idea
le crepe bruciano e ritorno lì
ma anche così non riesco a urlare
e se ci provo resto in apnea, e affondo

[strofa 2]
“amore, posso chiederti una cosa?
perché giran voci a scuola, su di te e su quella storia”
lei tacque un secondo, negli occhi apparve un vuoto
prese un bel respiro e qualche secondo dopo:
“faccio nuoto da 10 anni, quando ne avevo 6
ero ad una gara, ed io volevo riscaldarmi
il mio istruttore disse, vieni via dagli altri
e mi portò in un posto, lontano dagli sguardi
mi legò i polsi, mi tirò morsi, baciò il mio pianto, chiamandomi troia
io ero una bambina, che il secondo prima, aveva soltanto i sogni di una foglia
ricordo le urla, cessate con minacce
e mentre mi uccideva, io dovevo dire grazie
poi finita la tortura, l’ho detto ai miei e casino
e arrivata a scuola, c’era sempre il cretino
che aveva la scusa per prendermi in giro
io mi sentivo inutile, mi mancava il respiro
anche se ti amo, chiedi poi ai tuoi amici, stronzi ed infelici, chi sono i superficiali a ‘sto giro.”
rit
rivestirei i miei sogni
con l’adamantio e vetro fusi ma
appena il tempo cambia idea
le crepe bruciano e ritorno lì
ma anche così non riesco a urlare
e se ci provo mi sento annegare, e affondo

[outro]
incubi antropomorfi
‘ste notti lasciano morsi
graffi, schiaffi, tagli e tarli
che poi non riconosci
lo so che da troppo soffri
di insonnia e per questo sposti
le incertezze represse
dalle lamette ai tuoi sogni
che poi non ricordi
perchè troppo forti
l’incubo è finito
puoi chiudere gli occhi



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