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miike takeshi - esercizi spirituali o sulla metafisica dei cazzi in tiro lyrics

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[strofa 1]
fanculo ai nichilisti
li avvisti a spulciare arie da idealisti
come fosse possibile dar valore a un’astrazione:
interpretazione univoca ad un kandinskij
astrattisti anacronistici
nel calderone un po’ di merda e via alla scoperta dei mistici
viaggi intrinseci all’uomo, simulazione di volo
guidata da datata ‘speme -ssistici!
geremiade ossuta, freddo lamento commuta
sperando che riluca un barlume spento
perché è da tempo che il talamo è vuoto
morto nel moto di uno scroto il cui solo scopo è il concepimento
contenimento neocl-ssico
è vagheggiamento ideale del formale godimento atar-ssico
che la castrazione della pulsione
sia primigenia inclin-z-one dovrebbe avere del fascino?
il super-io, volontà d’impotenza
imbellettare il momento e glissarne l’inconcludenza
un carme in reminiscenza: il fiorellino, un prato sibillino
la madre, il bambino e la sua impudenza
quale indecenza? la psiche è tripart-ta
e allora quale delle tre coglie bach e una sua part-ta?
ed un violino solo è puro, lo sviluppo melodico
avviene senza influenza confluita nell’essenza
modificandone la struttura
scevra di resipiscenza mi fomenta la stortura
mi tormenta la natura
sicura all’apparenza, mi diventa di sé stessa caricatura
addirittura s’accosta libertà e coscienza
con cura e a bella posta ci si rifà a conoscenza
noetica: indolenti, maieutica: figli b-st-rdi della prima
ma entrambe sintomo di demenza
líio è il muro di berlino
rifulso del riflesso del represso impulso belluino
e su liceità, onestà intellettuale
quale male in senso comune mi vale immenso declino?
gli alberelli di natale s’incamminano
ridanciani, baciando le mani si sublimano
si parla dicendo “amarla!” a priori
ma come biasimarla la bocca se le menti collimano?

[interludio]

[strofa 2]
beh complimenti miei parolai fidenti
gonfi di sicurezza e tronfi nei vostri intenti
ma lo sperma in gola non è la sublimazione freudiana:
sarebbe consono stare silenti
docenti mancati d’un collegio di pregio prestigio
da fregio d’ufficio sui vostri cenci da abbienti
abbienti dei vostri schemi eminenti
cicli riciclati, samsara dei filosofi confidenti
i gargarismi coi concetti modulati
con sic-mera d’-ssi e d’-ssolutismi nei precetti
dagli aforismi incontinenti degli ideali più alti
manzoni e i suoi qualunquismi delinquenti
oh letterati encomiabili!
scimmie etichettatrici da marketing di processi ineffabili
ma se una mucca mi parl-sse, io starei in ascolto?
mah, dipende se i toni fossero affabili
mah, s’intende visioni a me inconciliabili
l’uomo giù dal trono d’imposture ineluttabili
in posture cl-ssicheggianti, toni edificanti
a impreziosire merda con retorica da postulanti
mendicanti d’ascoltatori col senno
per cui cadano mascelle a un dito indice come accenno
indice d’incertezza
(ipse dixit flavio zen) indice di turpi turbe
voi disturbi ai pascoli con vostra sorella amarezza
voi con la coerenza di borgia (rodrigo)
essenza nei conformismi dei vostri sofismi alla gorgia
oh magno moccia! autore, cantore d’amore
dall’allocuzione d’alta foggia
paladini del buon gusto, bofonchianti aitanti
allietanti arringhe su cos’è giusto
avanti, troppo avanti oh tu vetusto!
forse i miei lieti canti sono per voi trambusto?
anarco-trafficanti di libertà e uguaglianza
dove la beltà è la belligeranza
caserio e carnot in alleanza:
il patibolo è colletta, il detto non difetta dalla sostanza
è l’immortalità immanente, il rimasuglio
di un concupiscente in permanente subbuglio
ma anch’essa mi si presenta artifizio
cagare per terra allo stimolo mi sarebbe più redditizio



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