narratore urbano - 233 gradi centigradi (ft rossana de pace) lyrics
gli elettori dormono sulla carcassa un mondo nuovo le mani insanguinate, macbeth
qualcuno dica ai giornalisti che di questi tempi manchester è diventata hammamet
lungo i veli della notte sistri professano silenzi tra le auto ferme nei controviali
non c’è acqua, solo un cielo arancio incandescente sopra i tetti di quartieri industriali
ed è da un po’ che hanno sbarrato vie di fuga sull’asfalto caldo attorno a questo camice
ho visto trump e xi jin ping da un barbiere brindare sul crollo di questo mondo all’apice
dovresti sdoppiarti
mentre la radio passa time dei pink floyd
dovrеsti sdoppiarti
inseguire un sogno 901
dovresti sdoppiarti
vivеre la vita un quarto dalla tua
dovresti sdoppiarti
ora il fiume antico non esiste più
la punta dell’iceberg si scioglie
è solo l’inizio, ma guarda di sotto e capisci chi ha perso
dimenarsi è inutile mi dici ma è una catena
il buio miserabile rispetto a una sola candela
siamo perdenti consapevoli ma non saremo stanchi
di dichiarare guerre e perdere con i giganti
che non serve a cambiare ma ci fa ricordare
che non ci sta bene
e non ci fa abituare a ciò che non va bene
perchè a noi non va bene
lo scriveremo sui muri, lo canteremo ai cortei
sussurreremo alle orecchie che non ci sta bene
dovresti sdoppiarti
mentre la radio passa time dei pink floyd
dovresti sdoppiarti
inseguire un sogno 901
dovresti sdoppiarti
vivere la vita un quarto dalla tua
dovresti sdoppiarti
ora il fiume antico non esiste più
e cosa resta
di questo tempo
di questi spazi siderali
terre astrali temporali
il vuoto cosmico che avevi lasciato tu supernova
ripercuote la sua onda sul qui ed ora
ed un vestito blu carta, l’aria più rarefatta
spezzeranno le trame, di questo vento di strada
e sotto un cielo di vetro, un altro spazio concreto
come treni giù in metro, contrari e in parallelo
hai mai pensato che il dolore possa essere un canto
e che un velo separi, l’astrazione dal vero?
hai mai pensato che l’ambrosia possa essere un vanto
o una caduta incolore nell’abisso più nero?
vorrei incrociare il tuo sguardo, altre milioni di vite
ma il tempo è infranto, qui su le mura di dite
e tra le foto di classe e queste guerre intestine
un sigillo scarlatto sulle rime si imprime
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