nitro - the dark side of the mood lyrics
[intro]
hey, guardami
mi vedi?
è straordinario quello che puoi fare
quando non devi più guardarti allo specchio, mai più
[strofa 1]
vivere male per scrivere bene
dire di amare per fingere insieme
un gene che viene da un unico seme (quello dell’odio)
la mano sul foglio in delirium tremens
chi c’è di più solo dell’uomo che teme?
e spicca il volo solo se il suolo cede
appicca il fuoco però dio non lo vede
invidia lo stolto perché non se lo chiede
ammira lo stronzo perché tace e procede
rovina il suo corpo e il sogno prosegue
s’inchina al rimorso e beve!
in quanto a me mi troverai tra le spine
sono quello che vorresti dire ma non vuoi sentire mai…
io non cerco un lieto fine
ma se vivere è morire allora è meglio benedire i guai..
e andare via da qui
fare p-ssi da giganti sopra gli elefanti di dalí
sciolgo il tempo come vinavil
e raccolgo ciò che ho perso in una vita in tilt
che mi porto appresso, porta un rododendro
ma io scrivo mezzo morto sotto un cipresso
lei mi beve alla goccia ma io non commento
a cosa serve una doccia se ero sporco dentro?
e vai giù!
[ritornello]
dove il buio è affascinante
e il lato oscuro ti sembra più interessante
imprigionati per sempre dentro un instante
in cui il dolore lancinante è ormai distante
mi chiedo se mi vedi
(ma quando ho chiesto tu dov’eri
al buio pesto scrivo un testo volentieri)
se mi credi
(come ieri tu cerchi chi eri ma non c’è un richiamo
immerso tra i sentieri dei pensieri più sinceri, ti amo)
[strofa 2]
e dopo il vuoto, fuoco dalle sentinelle
dalle mani di chi pensi non ti mentirebbe
sto in una città senza stelle
sarà per questo che tutti si credono artisti o modelle
il vero ribelle è stato incatenato
nello scantinato, tra le fiamme e il pathos
rimpiazzato da un fighetto platinato
che sta bene sopra un giornaletto patinato
e grazie a dio non mi sono mai accontentato
meglio un uomo tormentato che addormentato!
quando ho cercato del rispetto a buon mercato
avevo il petto già accoltellato, uh!
follia e intelletto scopano a letto nel mio cervelletto
i suoni -ssordanti dei loro -rg-smi
sono le parti integranti di ogni mio versetto…
[bridge]
dimmi che non sto perdendo tempo
dimmi che questo dolore ha almeno un senso
ci siamo persi tra i riflessi di noi stessi
e adesso?
[strofa 3]
ci siamo persi tra amplessi, complessi ed eccessi
compressi nei teschi ed espressi nei testi
avessi gli stessi interessi dei fessi
avresti già impressi i miei versi inespressi
pensi che dentro gli specchi vengano messi
tutti i miei errori commessi
ma che diresti se io ti dicessi
che parlo con i miei riflessi?
[ritornello]
scendi quaggiù!
dove il buio è affascinante
e il lato oscuro è sicuro e più interessante
imprigionati per sempre dentro un instante
in cui il dolore lancinante è una costante
io so che non mi vedi!
(ma quando ho chiesto tu dov’eri al buio pesto scrivo un testo volentieri)
non mi credi
(se mi segui poi cerchi chi eri in un nodo scorsoio
penso a mali p-sseggeri e non c’ho più rimedi, mi odio)
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