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nix "marcio" - h.4.u. lyrics

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nix
siete caduti in basso, tutti in attesa di un cazzo di asso, io non alzo, non passo il mazzo piuttosto vi sorpasso, io non passo per fesso… “schiusa” chiedo permesso, scampo a ‘sto chiasso e me chiudo dentro a n’cesso! “manbriago”, magari poi collasso
e vago in questo abisso alla ricerca di un’amplesso. resti perplesso? guardami in faccia adesso!
sono più storto di un picasso…
ti confesso divento molesto
io che per sport prima scasso
e poi ve vomito addosso
tutto qua è deviato, malato, complesso…
non puoi sperare di passare rimanendo te stesso!
ogni male a sto mondo vi è concesso
impazzire è il compromesso per vive in questo posto. contesto il sistema ma vi resto, chi ve l’ha chiesto?
io sono il caprio espiatorio, io sono l’anticristo!
dosha
entro in balia di un fullo metrico
attratto da un campo magnetico, eretico
esprimo in versi il mio reflusso estetico
a politici emblemi di tempi critici
che come polimeri si legano grazie a legami chimici. rime cento decibel! so’ danni fisici
estrattami dal dente a forza, so messaggi mistici
“shut the f+ck up!” recicli le rime come alluminio
dico il vero vali zero come il mio gruppo sanguineo. invorticato male fluttuo in questo flow aspirale
e fumo di realtà più di quanto possa aspirare di diventare, per questo continuo a sperare in uno specchio
che riflette la mia fotta che mi fa alzare
nix
tutti in coda a comprare questi cazzo di grattaevinci! c’è la fila, dimmi tu, che cazzo spingi!
più droga di quella che col tabacco trinci
più scimmia sulla spalla quanto i sodi finisci
una delle tecniche più infami dello stato
trasmette a pecore un messaggio de pensiero assai deviato
tante botte per un joint fumato, nessun crimine per quel manganello insanguinato!
dosha
lego parole in uno “slego” che non spiego
e non nego nessun credo
nella mia mente ora grida il mio alterego
sempre nel mezzo tra vincitori e vinti
decodifico rime dosha a.k.a “davinci”
penso alla merda che compenso ogni giorno pesando con parole vuote dette a comando
con fine e senso blando, parlando
in tonalità espresse su pentagrammi
che convertono raggi di verità come ologrammi



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