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nnibe - 31 / 12 lyrics

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[intro]
chiudere con quell’abbraccio, mi sembrava triste. e mi sembra triste ancora. sembra che il tempo non voglia p-ssare mai. il dolore con lui. alla fine ci sto bene dentro… eh… non era poi troppo vero. o almeno, fino a un certo punto
una parte di me è convinta di aver fatto il possibile. l’altra parte crede che non abbia fatto abbastanza. a dire il vero, c’è un’altra parte che pensa che io sia semplicemente inadatto. resta il fatto che nessuna delle tre mi dice ciò che sono. io sono, so di essere. ma non so cosa
è come quando mi dicevi che non si cambia mai. stronzata. le persone come me sanno che si cambia ogni giorno. le persone come me sono quelle più vulnerabili, quelle che finiscono per terra ad ogni schiaffo ricevuto e che alla fine si rialzano sempre diverse, con una gioia in meno e un dolore in più, fino a scomparire nel buio. ormai agli schiaffi ci ho fatto l’abitudine. aspetto solo il giorno in cui scomparirò
pensavo che mi sarei salvato. avevo torto, torto marcio, perché alla fine, niente… non rimane niente

[strofa]
la prima volta che ti ho vista eri come in un sogno di luna piena, l’amore la svolta che acquista per sempre il tuo volto prima non c’era
eri già il mio sole ed io da girasole sì che ti guardavo splendere
ma poi cala il buio con poche parole e non c’è più nulla da prendere

ricordo la sera del ventiquattro ti ho detto che ti amo ma hai capito un cazzo mi prendi per matto cosa mi succede già faccio le pieghe mi hai appena stirato
dicendomi che, tu una storia non la vuoi manco per sbaglio perché non saremmo poi durati tanto tu scusami ancora se un po’ ci ho provato ma un po’ era scontato

e mi manca il tuo profumo, mi mancano i baci le labbra e le guance
leggero come nessuno, potevo volare si tra le tue braccia
dio come ne vorrei ancora, ora che lat-to e sono sconvolto
è triste pensarci ora, ora che il panico bussa alla porta

non me lo tolgo dalla mente
te e lui che scopate il trentuno dicembre
avvinghiati nel letto come due serpenti
ma il mio di dolore lo senti o no?
tu che mi cercavi ero sempre presente
io che ci speravo come un deficiente
è spenta la fiamma di venere in cenere
ora so che infine non rimane niente

tempo al tempo ben si che dopo ti p-ssa
ripetilo adesso guardandomi in faccia
non vedi è segnata da lacrime come la foto giù al lago, come le pagine che ho dedicato a te sola pensandoti scrivo di getto fanculo gli incastri e fanculo a quello che ti ho dato e che volevo darti ora corri dagli altri tu almeno salvati



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