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petraz - cicatrici lyrics

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[intro]
che cado a terra e nemmeno conosco il motivo per la quale mi alzo
forse sarà per i frate che ho a fianco
forse perché quando trovo un motivo per andare avanti e non so come fare lo trovo da sempre sul quarto
con la faccia stanca ed il sorriso affranto, di chi ha visto tanto sin da quando è nato ed il caldo di un arido impavido
anno enigmatico, indotto da dentro esternato da un attimo
un breve dibattito, dove il mio cuore se abbassa lo sguardo diventa astigmatico
il pugno va in bocca fin quando non sanguino e si ferma il battito e poi in preda al panico
cadono lacrime e so che non bastano per farmi fare ciò che ho sеmpre amato

[strofa 1]
sono ciò che sono, ayy
non mi basta l’oro, ayy
a me basta solo vivеre ogni giorno i sogni
che prendono l’orgoglio
e io lasciano solo, ayy
piove ormai da troppo
e non basta un cappotto
perché ho bisogno del sole
e resterò fin quando la tempesta non si muove
pure se in hangover, pure senza forze
perché ciò che sogno non lo danno le pistole
ora sto capendo davvero cos’è l’amore
mentire a me stesso non mi farà bene al cuore
strano il meccanismo secondo cui le persone
ritornano indietro quando qualcuno ti vuole
fino a ieri morte
[strofa 2]
suona rap ma non è ciò che fanno tutti gli altri
perché giuro che ci metto anche l’anima dentro i quarti
e perché giuro che se scrivo parlo solo dei miei cazzi
non ci credi, beh, sti cazzi, confermano le mie nike
ora tutto prende forma fino a quando poi ogni goccia di pioggia non scende e sonda la pelle sporca e si strozza finendo giusto giù in gola
ed il tempo quasi riaffiora nel viso della mia donna
o nello specchio che stavolta guarda fiero di se

[strofa 3]
che quello specchio voglio a quarant’anni riesca poi a dare lo stesso ai miei figli
con la madre ad accudirli, senza pensare più ai dindi, come gestirli
voglio tatuarmi le sue cicatrici, renderle mie trascurandone i tristi
ricordi di quando non aveva vizi e dormiva abbracciando un peluche nella notte sognando di uscirci
da un incubo assurdo a viverlo
giuro che amo ogni segno residuo che chiama ridicolo
ed io di ridicole vedo le lacrime scendermi a istinto e
no no, non mi basterà una discografica, voglio mi sia lì vicino ogni giorno
che poi cosa resterà solo guardandola
sono infelice un po’ come se in trappola e soffro ma non si sa
come si soffrirà il giorno che il salto dal suolo mi suona distante dal suono e mi ammazzerà
suona di plastica, poi il risultato della scia mediatica
vorrei il sorriso di lei non mi lascerà e se penso lacera
attendo un miracolo ma non è fatima successo e sangue non hanno più imparità
il panorama di adesso con l’onda del mare è stupendo
quello che vedo se penso e rifletto risulta più bello, sono un novello
ho una famiglia per cui andare fiero e una famiglia per cui dare il meglio
una famiglia che farò col tempo, la vita eterna non dona l’eterno
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