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ridon roger - un uomo (gaber tribute) lyrics

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[verse]
e voleva sfogarsi davvero
quella sera pensa: “o li mollo o divento scemo”
cercava un modo per alzarsi da quello sclero
una danza bolero,”aspetta che mi sistemo”..
c’era una fabbrica, là in fondo alla via
la mattina si alzava presto, viveva in periferia..
le sere di malinconia, si alleava con la sangria
su un muro c’era un manifesto, che inneggiava all’anarchia..
passava le giornate in fabbrica
ma il padrone non è contento e non conosce la fatica
“lui guarda la sua panoramica
e compra te per quattro soldi, mentre sprechi la tua vita”..
c’erano solo quattro amici con cui si vedeva
c’era un locale in centro, accanto a una vecchia bottega
si discuteva: di sogni, di ideali
di rivoluzione e di ragazzi stufi di vecchie morali

[verse]
c’era uno sciopero a metà dicembre
l’odio che serve, ora aveva un volto ed una veste
urla e proteste, mentre i bastoni sp+ccano teste
e i padroni, scambiano rivoluzioni per sciocchezze..
ed un sentimento nuovo, dava voce al suo vissuto
tra le folle di persone che lo avevano taciuto
la rivoluzione è un dazio pagato a fatto compiuto
e solo quando siamo in branco il padrone sembra perduto..
ma i tempi passano e i sentimenti sfumano
e della protesta in fondo rimane solo lo strascico
il contentino tattico, di chi ride da un attico
che guarda da lontano, un popolo triste e lunatico..
ti da le briciole chi mangia la pagnotta
mentre ti fa accomodare e sopprime la tua lotta
e con superbia ti scimmiotta, perchè sa che la condotta
in un uomo si comanda col bastone e la carota..



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