salmo - capito che lyrics
capita che ci si avvelena facilmente
occhi rosso sangue, ma rabbia apparente.
hai capito che capita anche a te,
hai capito che capita anche a te.
capita che ci si avvelena facilmente
occhi rosso sangue, ma rabbia apparente.
hai capito che capita anche a te,
hai capito che capita anche a te.
resina sulle vie pietrificano,
lasciano mesi di silenzio,
qualche sibilo, mi incrimino,
già da allora per i danni futuri,
dedicati a parole,
come punti che suturi,
suuu di me, suuudi freddo,
e vedi il mondo con prospettiva quasi lugubre!
mi schiaffeggio per sentire se reagisco,
non capisco, respiro tanto quanto mi accanisco.
unghie sporche di pelle vecchia,
gratto via ricordi scomodi di entrate tipo nicchia
chiacchiero col muro, (ooh!),
ti sembra strano?
ci son foto appese,
rende tutto molto più chiaro.
tendo avanti e cammino indietro,
guardo lateralmente il mio percorso dritto da uno specchio,
conto le mie rughe nasciture,
conto su di me fanculo le mie chiacchiere future.
più freddo di sculture esposte,
rime poste, supposte,
spedite su nel culo come le supposte,
su coste, su mega yacht low cost,
scopate le ragazze pon pon e la mascotte.
io su una barchetta in alto mare
mi godo il temporale,
il gusto del dolore personale.
spicciati a tirare fuori spicci,
c’hai ricci in tasca,
ma chi ci casca alle stronzate che mi dici, basta.
voi siete mc, ma canterini,
chi è che ha lunga sete dei robot
come rock n roll dei camerini.
mettimi dentro la tua scatola non si respira,
stanotte salmo è chucky la bambola -ss-ssina.
scomodi dammi drammi tra mille tramini,
scuotimi come due dadi e strappami le mani.
capita che ci si avvelena facilmente
occhi rosso sangue, ma rabbia apparente.
hai capito che capita anche a te,
hai capito che capita anche a te.
capita che ci si avvelena facilmente
occhi rosso sangue, ma rabbia apparente.
hai capito che capita anche a te,
hai capito che capita anche a te.
un telo umido sulla faccia e tu,
disteso sul soffitto a pancia in giù
troppa autostima, l’erba gravita,
un monaco che lievita,
pesci rari dentro all’acqua torbida,
novità come al tg ariq di incredibilità
vest-ti, ora il sole luccica ma tanto pioverà,
una scena comica tra gente triste che ha perso
l’umorismo perso di te con un sorriso falso.
smonta il mio applauso,
sole in platea,
alzi gli occhi al cielo stai cercando c-ssiopea,
è impossibile!
gonfia a fiato un dirigibile,
l’occhio sul mondo ha visioni poco nitide.
visi sfocati e grattati via da foto,
crocifissi messi al contrario dall’ignoto,
salto nel vuoto,
respiro trattenuto,
a un tratto svenuto,
trattengo il sonno resto muto e dormo.
sul letto fatto di chiodi verticali,
pitta, martello e una b-ssa tavoletta, sali.
noi perdiamo la pazienza,
sempre a fare le cose con ricorrenza,
falsa partenza, metti che senza noi staresti meglio,
meglio che resti sveglio che ti fotto il portafoglio,
metti che muoio chi canta il mio salmo?
autopsia sul mio corpo anche se mi agito sul marmo,
disarmo il tuo bisturi, tu p-ssi e chiudi porte,
io impazzisco tra mille suoni saturi,
agito gli asmatici, sos chiamaci,
pr-nto intervento che mi invento di dei gran maniaci in un convento.
capita che ci si avvelena facilmente
occhi rosso sangue, ma rabbia apparente.
hai capito che capita anche a te,
hai capito che capita anche a te.
capita che ci si avvelena facilmente
occhi rosso sangue, ma rabbia apparente.
hai capito che capita anche a te,
hai capito che capita anche a te.
ehi,
forma virale dentro il mio organismo,
starnutisco fuori le influenze metriche, gradisco che
se sono a rischio voi salvate me,
a quanto pare mi proietti immagini modelle delle bare,
c’è che so che sono io il normale, resto distratto,
magari il contrario mi contraddice se l’opposto è esatto.
ho le vertigini, qua il margine,
pianto a tal punto da non capire mai il perché delle mie lacrime,
sto maturando mentre vado crescendo, mi specchio
in una vecchia foto che ritrae il mio volto,
metto radici in una stanza buia,
in cui c’è il mio corpo che si estende verso un raggio di luce…
accendimi,
dammi fuoco con la lente, quando
il mio volto è illuminato c’ho lo sguardo -ssente.
bando alle fandonie, confondi le mie armonie, mormorii, o malattie incurabili frasi come scorie.
capita che ci si avvelena facilmente
occhi rosso sangue, ma rabbia apparente.
hai capito che capita anche a te,
hai capito che capita anche a te.
capita che ci si avvelena facilmente
occhi rosso sangue, ma rabbia apparente.
hai capito che capita anche a te,
hai capito che capita anche a te.
capita che ci si avvelena facilmente
occhi rosso sangue, ma rabbia apparente.
hai capito che capita anche a te,
hai capito che capita anche a te.
capita che ci si avvelena facilmente
occhi rosso sangue, ma rabbia apparente.
hai capito che capita anche a te,
hai capito che capita anche a te.
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