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sistema nervoso - soliti sospetti lyrics

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[testo di “soliti sospetti”]

[intro]
soliti sospetti
soliti sospetti
soliti sospetti
ah
soliti sospetti

[strofa 1: fotta]
ricomincio dal punto di non ritorno
nel mio corpo maledetto il solito reietto, il solito sospetto
guarda il cielo farsi viola
mentre il fumo gratta gola è un grattacapo che confonde e intreccia la storia
scava l’infiltrato
un concentrato di violenza
uno shock d’astinenza
ogni cosa ha la sua dipendenza
la paranoia è figlia della noia
mette antidepressivi dentro il jack, squarta la lama del boia
la città controllata notte e giorno piazza occhi intorno ovunque, sei sempre sotto controllo
e vedi morti dietro il monitor
costantemente in rigor mortis illuminati da una luce verde vomito
spara se hai le palle, io non sono l’uomo giusto
scatenato da vendetta servita dal piatto con gusto
è sempre fredda, ha il ghiaccio dentro gli occhi
infame non ha anima e il sospetto è che lascio fuori ‘sti corpi
[strofa 2: trasgy]
la notte vi svegliate in preda agli incubi
siamo quelli che odiate, mostri con coscienze macchiate da crimini terribili
proponiamo storie da brividi
portiamo i nostri passi nei vicoli spinti da istinti cannibali
voi siete ridicoli
con i nostri brani sp+cchiamo crani, sgozziamo i vostri piccoli
poeti maledetti, i soliti sospetti
ai nostri concerti lasciate i vostri crani aperti
se ti lamenti beh che c’è ti spaventi?
perché ti risvegli al centro di un cerchio di mostri orrendi
riprenditi, stai vivendo in un film dell’orrore
usciamo dal televisore per una notte di dolore morti
ubriachi marci di piña colada
atti vandalici per la strada, provate a fermarci (non provarci!)
non sai contro chi ti metti
mandiamo all’aria i vostri progetti
lasciando a voi i soliti sospetti

[strofa 3: adria]
solito sospetto infilo dita dentro fighe coi denti
dita mozze in croce infilzano eventi serpenti
sono giorni persi che non tornano e ti arrendi per sottrarre i corpi di stronzi sorridenti
errori orrori della memoria
storie di forti momenti
disperazione ingoiate il rospo ora ingoi il farmaco
sfogo sintetico
non provi più emozioni come a scuola pensavi di essere l’unico uscito male tra tanti cloni
in chiesa troppi “dio mi perdoni”
ha tirato troppi bidoni
prete, non starmi troppo vicino
mino le fondamenta labili del tuo cammino
di mani lavate e asciugate da sudari impiastrati con lacrime finte
di quei padri di famiglia belli fuori e bestie in casa
cartoline di mamme col cuore di spugna
anime spente, cuore di gomma
carta assorbente di quella vita che ti invita a farla finita e ti dà uno sconveniente
niente per niente, soffrire opprimente
la mente morente cocente
la sconfitta ti prende e ti stende a terra
serra di fiori di acciaio taglienti per sbaglio presenti ornamenti a due passi da casa
momenti di pausa
scrausa la tua scusa rimbalza fra muri di vetro
palla magica e guardati indietro
palla magica e guardati indietro
palla magica e guardati indietro
palla magica e guardati indietro, guardati indietro
[strofa 4: monemc]
loro ti accecano d’odio
il tubo catodico infilato in corpo
tutto il resto è orrendo finirà sbiadendo e presto
non aiutatevi infine
ognuno col suo peso qua
sono scomparti di un incubo
il malinteso è che non ti risvegli più adesso che ti sei arreso
non trovo le soluzioni in questo meccanismo a incantesimo
maledetto con dell’acqua santa il giorno del battesimo
sono l’ennesima parte del vuoto nel nulla
il milionesimo batterio che infesta la culla
figlio di rapporti morti nasce amori contorti
segno che lacera apre un varco per mondi distorti
tappano buchi con mani bucate in certi minuti in cui poi precipiti
sono i tuoi limiti li renderanno invalicabili
sorvegliati giorno e notte
chiavi storte con le bocche rotte per le troppe botte
le teste cotte
un cervello aperto fuma
mentre un altro abusa e se ne fotte qua
è così che funziona finché una buona ragione perdona
dio va in sfatti immobili sulla poltrona
artificiali sempre dopo i fuochi la stessa persona
siamo in pochi senza niente dentro
rapido accoltellamento
soglia del dolore oltre svengo
il sapore della fine poco prima che mi spengo
sai che è questo modo di vivere spento
non si fa altro che reprimere
fino al collasso esplodere
steso sul pavimento, non mi riesco a muovere
la conseguenza di questa dipendenza è che non so gestire la rabbia
mi copre il male che ti sa viziare, vestire



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