squallor - c'era un vento quella notte... lyrics
cerruti, bigazzi, savio
e lo rifaccio, mi piace…
esagero…
c’era un vento quella notte che anche i più arditi e temerari
sfidavano le membra del tempo… ho sbagliato
nella sierra chiavada non c’era un’anima
tranne il complesso di edipo che continuava a suonare da soli, senza neanche uno spettator
mamma d’o carmine, che succederà?
uscì da una piccola fabbrica di indigeni famosi
un vecchio saggio che disse:
lo vedi quello là? no. lo vedi quello là? no. lo vedi quello là? no
era un non vedente. sembrava stevie wonder
quattro giorni dopo, sulla turpe della turpea s’incontrarono lui e lui:
non erano uno sdoppiamento, ma un incontro
si guardarono negli occhi fissi, si guardarono e dopo un poco decisero:
“conquistiamo la sierra”
“ma tu sì strunz, la ci stanno trenta quarantamila quarantacient pers…”
“ma a te che te ne ‘mport?” “a me me lo chiedi?”
e fu un grande sguardo tra i due: si presero a capate
e continuarono giù, verso il wesconsin. già detto. e lo ripeto
già detto. e lo ripeto. già detto. sembra vincenzo e antonio…
continuando sulla base delle nacchere scendemmo giù per la montagna
e incontrammo una bella fregna, quello è cl-ssico
ce n’era una e noi eravamo in due. ce la giocammo a dadi:
vinse lei, e ci chiavò a tutt’e due
non fu male quella notte
ma la mattina al risveglio fummo consci d’avere conseguito un atto sbagliato
ci recammo dal notaio zambeletti, non faceva a quell’epoca medicinali
ma era un vecchio notaio. aveva un fiatone
che quando ci parlava sembrava che dovesse avere il porto d’armi
faceva più vittime lui che il monsone del caraibi maria
dopo una piccola trattativa ci vendette una miniera
dove si vendevano grotte del sahara
dopo una piccola estrazione mmmmmhhhaaaahha che male
tornammo ad incontrarci a un tavolo di poker
lui aveva tre valè, io avevo tre filippini: vinsi perché avevo il jolly
il marito dei tre filippini. un grande rissoso, con una piega amara, che sembrava un fernet
mi dette uno scoppolone – ah, m’hai fatto pure male –
e me ne uscii dal salon. avevo portato con me il borsello e la radio
ma m’avevano futtuto o’ cavallo, perché avevo dimenticato di inserire l’antifurto
c’era un grande vento quella notte, sciosciava che era una meraviglia
lo rifaccio…
mi feci dare un p-ssaggio da un piccolo indiano su una carrozzella
vai avanti, oè, c’o ciuccio. tum tu tum tu tum, tum tu tum tu tum
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