uochi toki - appena risalito dall’abisso, lyrics
squame gialle, nere e prest-ti dai rettili. pavimento il mangiandosi del resto angoli e soffitti, mentre sconfitti nascondigli con sguardi che trap-ssano i tetti, i cieli, i davanti, i dietri. sono due occhi fiammeggianti enormi, veloci come timori, immensi come mondi che ci s’inventa noi da soli, come soffio, coda e spine in grado di vedere me mediante gli occhi e gli atti di una popolazione immaginata istantanea con le caratteristiche filtrate nel signore oscuro
pur essendo fuori e dentro, pur plasmando a mio piacimento lo spazio e tempo, io, pur avendo generato gli estremi e gli oltri di questo mondo, non riesco a prenderlo, a sottoporlo al suo terrore freddo del disprezzo superiore caldo nello sciogliersi e ricomporsi nel vuoto che forgia ogni sua diversa manifestazione. dove la sua tana è casa non è mai quella
il drago mi sfugge, entra ed esce come vuole dalla mia terra-testa. smetti di giocare al piccolo ermetico: approfondisciti e spiegalo, questo imprendibile! ma cosa vuoi spiegare, il mondo onirico a parole in modo univocamente comprensibile? è per questo che dello scritto bisogna leggere non il significato ma lo spirito, tutto quello che le parole non dicono. allora perché non stiamo zitto, diventiamo mimico? tanto l’ascoltatore non distingue se stesso dal pubblico. intanto rendiamo pubblico questo gett-to che sarà sempre superficiale – poi chi vuole avrà tutti gli strumenti per tracciarne l’impianto radicale. le radici tracciate vengono individuate e non sent-te come proprie. nessuno può essere te! sbagliato: noi posso essere gli altri, quindi è probabilissimo che la situazione si ribalti, e i risvolti continui che ottieni con gli -ss-ssini degli estremi, i veri semi della dicotomia
troppo complicato: noi me ne vado nel sogno lucido, un cruciverba nel dormiveglia. che cosa trovi nello svago di un sogno? sul fondo hai sempre quel punto di contatto tra te e l’altro! non gridate, fate piano: ci sono cose che dormono diverse dal drago. giusto, facciamo casino, facciamo un disastro! casino? disastro? di’ un po’, ma chi ti insegna la lingua? un libro? una professoressa? resta in parte e guarda in mezzo a gente che non parla ma pensa. abbiamo visto? che personalità intensa. sembra quasi che io non siamo uno solo. siamo un sistema, un accordo, un tavolo coi segnaposto. posto che l’attività cerebrale si sta facendo meno frattale e più sequenziale, meno fluida e saporitamente ruvida, meno acuta, più funzionale, credo proprio che io ci stiamo per svegliare. una vistosa violazione grammaticale, detta errore, cosa significa?
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