virgilio savona - due metri per due, carcere duro lyrics
[testo di “due metri per due, carcere duro”]
nella fotografia grande quanto una parete
in una sala della mostra, c’era anche lui
ritratto tra i compagni di lotta
col berretto a visiera e il giubbotto di pelle
erano lontani i tempi della galera
quando quelli del vecchio regime
l’avevano rinchiuso per tre anni in una cella
due metri per due, carcere duro
adesso era capo tra i capi, ma la lotta non era finita:
occorreva combattere ancora per la vittoria completa
e organizzare le file, individuare i nemici nell’ombra
cacciare i traditori dell’idea, tenere comizi
infiammare le masse, difendere la vittoria
lottare, lottare, lottare
“via i traditori! via i dissidenti!
via gl’incerti! via i falsi consiglieri!
lottare, lottare, lottare!”
il tempo correva, il tempo correva, il tempo correva
e venne un giorno (viene sempre un giorno)
in cui volle fare di più: volle superare sé stesso
e disse che era necessario
perché l’idea trionfasse definitivamente
rispettare l’opinione di tutti
e aprire una discussione libera
anche con gli oppositori
disse: “libertà di pensiero”
disse: “libertà di stampa”
e arrivò persino a citare
(ah!) bertrand russell
“no, ragazzi, l’idea è l’idea
la libertà non c’entra
dita puntate, fiumi di parole
+n+lisi dottrinaria, inquisizione
“rinnegato!” gli dissero
“reazionario! vigliacco! traditore!”
lui vacillò, credette di essere impazzito
credette di essere stato posseduto dal demonio
abbassò il capo e rispose:
“mi pento, mi pento del mio peccato”
“bene, ragazzo
canta tre volte l’inno dell’idea
e avrai l’assoluzione”
e lui cantò, tre volte, e venne assolto
ma in effetti il demonio doveva possederlo
perché non passò molto che peccò di nuovo:
parlò (incauto!) di crisi economica
causata da mancanza di libertà politica
parlò di dominio autocratico
auspicò (pazzo!) un sistema almeno bipartitico
e continuò a fare il ciarlatano
vaniloquendo stupidamente:
“libertà, libertà, libertà”
scrivi, povero idiota, scrivi, fai l’eroe
accusa i vecchi compagni di lotta
dicendo che loro, non tu, sono i veri traditori dell’idea
e che con loro è nata una nuova classe:
la classe del potere senza limiti
più forte di ogni altra che l’aveva preceduta
la classe dei burocrati politici
la classe dei nuovi proprietari e dei nuovi sfruttatori
povero idiota, scrivi, giocando a fare l’indovino
inventando folli previsioni
vaticinando lotte di popolo contro i nuovi oppressori
come uno squilibrato
tre anni di carcere e poi altri sette
ancora in quella stessa cella
la stessa dove ti avevano gettato
le carogne del vecchio regime
sempre quella, sempre la stessa:
due metri per due, carcere duro
due metri per due, carcere duro
due metri per due, carcere duro
due metri per due, carcere duro
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