zona mc - storia della resistenza ('43 - '45) lyrics
storia della resistenza (’43 + ’45) lyrics
[testo di “storia della resistenza (’43 + ’45)”]
10 gennaio 1942: circola la barzelletta un po’ triste: “se perdiamo siamo perdenti, [ma] se vinciamo siamo perduti.”
non era certo un’italia quella che usciva dal risorgimento
e forse non lo è stata nemmeno durante il novecento
tra nord e sud, notabilato, clero e contado
se lo stato è stato uno, tutto il resto restò lacerato
il colpo finale fu una guerra mondiale
poi la rivoluzione russa che fece tremare il mondo liberale e il re che aprirono al dittatore
che finse quell’unità usando propaganda e terrore
è alla fine di quell’errore che inizia questo racconto quando un secondo scontro coinvolse tutto il mondo
quella storia la imparammo tutti sui banchi di scuola ma su ciò che venne dopo chi può dire l’ultima parola?
tutto inizia con la caduta del “duce”
un evento spesso frainteso come un mero voto di sfiducia
e non due tele differenti parallele e convergenti
di vittorio emanuele e i fascisti più opportunisti entrambe conseguenti
allo sbarco dei soldati alleati
e il rischio di essere trattati da nemici nei trattati dopo l’arresto del duce governa badoglio
insieme ai vertici militari nel consiglio del re vittorio gli stessi che poi firmaron l’armistizio di settembre e fuggirono con il re da roma invece di difenderla
dai n+z+ che occupavano l’italia
morirono migliaia a cefalonia e in ogni altra rappresaglia
mentre il generale roatta annota come si mangia e dorme
lamenta che dopo la fuga è senza uniforme
ma anche l’italia ormai non è più uniforme il suo esercito è dissolto e il territorio suddiviso in due dal fronte
il nord dello stivale occupato dai n+z+ e dato al duce liberato
lo chiamarono “repubblica sociale” ma fu lo stato che col bando graziani arruolò soldati mandati contro altri italiani ossia i partigiani
le brigate garibaldi comuniste le fiamme verdi cattoliche e giustizia e libertà le azioniste
un movimento vario ben poco unitario tra chi vuol insurrezione e chi solo liberazione uniti contro l’avversario
che li obbliga a nascondersi sui monti
protetti dai contadini ma sempre pr+nti agli scontri o scovati per delazioni, torturati e fucilati
ed esposti in pubblico per tenere gli altri ben sedati
come in piazzale loreto a milano agosto ’44
quindici cadaveri esposti dopo il misfatto
per questo fu proprio lì che la vendetta partigiana nella stessa piazza fece “macelleria messicana” tornando al ’43 sono in tanti disorganizzati
partigiani e soldati, questi ultimi abituati
alla logica della guerra e non quella della guerriglia e come a s. martino perde chi si stringe in poche miglia
alcuni vogliono formare un esercito unito
ma ogni attesa offre tempo al nemico che mette in atto un eccidio
non si contano violenze e casi di vita sofferta
ad ogni azione scoperta come roma città aperta ma è questa esperienza che seleziona la resistenza e la prima fase è dedicata alla sopravvivenza saccheggi e assalti a depositi di armi e carburante solo in primavera per la guerra sarà rilevante
intanto a fianco alla resistenza armata
cresce la resistenza di fabbrica che è sempre più organizzata
nel marzo ‘44 lo sciopero generale
è un primo segnale ma è ancora l’aurora e finisce male
gli alleati approvano la resistenza sospettosi
anche perché i comunisti sono sempre più numerosi
e passato l’inverno proprio il pci con la svolta di salerno
accetta il re e badoglio ed entra nel governo
nel mentre a montecassino i n+z+sti resistono
e sopra la linea continua il rastrellamento terroristico in via rasella a roma è partigiana la strage
terribile e audace che rende l’aquila ancor più rapace
per ogni morto ben 10 prigionieri fucilati
fosse ardeatine: 335 sterminati
poi a giugno roma vien liberata dagli alleati
e ad agosto firenze insorge senza e prima dei soldati
fu un’estate di avanzate e di crescita partigiana nascevano anche repubbliche come quella ossolana
destinate a fine estate a crollare col contrattacco come l’illusione di vincere nel ’44
si stava come d’autunno sugli alberi foglie ma credendo che il vento fischiasse e di essere alle soglie
di un avvenire che non è mai venuto
e in quell’autunno il fischio è stato poi strozzato e tutto è rimasto muto
salò iniziò a creare reparti speciali
come il rap ossia repressione anti partigiani sempre più terrore e piani più violenti
e così l’appoggio contadino diminuisce dopo i rastrellamenti
gli alleati a bologna a novembre si fermano
e col proclama di alexander le guerriglie terminano mancano i fondi, molti lasciano i monti, tristi
e giù in città affrontano i rischi dei gappisti
ma il cln vien riconosciuto dal governo a sud anche se gli alleati in cambio dell’aiuto
hanno già ottenuto
la conferma che alla fine i partigiani deporranno le armi, ciò che in grecia non è avvenuto
e così dopo il tramonto ritorna una nuova aurora con la primavera la resistenza rinasce ancora
questa volta con molti più componenti
e l’avanzata alleata e i moti del popolo divampan come incendi
nelle metropoli vengon occupati gli impianti, salvandoli dai n+z+sti tra sogni ben presto infranti
di consigli di gestione, epurazione, esproprio e collettivizzazione
la forza cresce insieme all’illusione
è in questo clima che avviene l’insurrezione
l’unico evento italiano in cui al centro c’è la popolazione
che ha rischiato la vita non solo per la libertà
ma per quella giustizia che mancava fin dall’unità!
“no, è troppo, i partigiani li mitizzi
ne elimini i vizi
pensa all’eccidio di porzus in cui le brigate osoppo social+cattoliche e italiane
attaccate da brigate comuniste asservite alle jugoslave
persero ben 17 partigiani, lì il vile traditor
fu quello che tu rendi un mito: il comunismo e tito
e nessuno pagò per quei reati
ora capisci perché fu togliatti a salvar criminali amnistiati?”
no, tu guardi le foglie e perdi l’albero
il bilancio non va falsato da un caso isolato per quanto barbaro
in fondo: se l’amnistia fosse slava ed anti+italiana come mai fu estesa con l’egemonia democristiana? tu confronti e confondi casi singoli
con un “armadio della vergogna” con 700 fascicoli impuniti li trovi in tutti i partiti
ma a compiere gesti atroci per vent’anni non sono stati “i miei miti”!
“ma allora avevo ragione, tu non fai storiografia
per te i partigiani sono eroi di una mitologia
mi stupisci: che caduta di stile
per chi ama la filosofia giustificar l’omicidio gentile!” ah tu credi forse che essendo solo verbali
le violenze dei filosofi sian meno criminali?
ma anche le parole sono manganelli se elogiano i manganelli
è ciò che dimenticò montanelli
in ogni caso nessuno nel cln lo ordinò
ogni partito escludendo il pci lo deplorò
ma sarà proprio la fiducia nella giustizia legale a render poi l’epurazione poco più che un’illusione
la prima inchiesta sull’8 settembre ha un vizio
si indaga sulla mancata difesa di roma ma non sull’armistizio
limite posto da mani
che non vogliono forse sporcar l’immagine degli angloamericani?
ma roatta fugge prima di esser condannato e poi negli anni della guerra fredda il suo caso viene archiviato
e così finiron nel niente
i processi per i fratelli rosselli, i crimini di guerra e quell’8 settembre
rimosso come le donne partigiane
escluse dalle sfilate finali come dalla storia ufficiale
col fascismo non era certo crollato il patriarcato
e nemmeno il fascismo in fondo è stato del tutto estirpato
in ogni caso, se anche nell’insurrezione
la folla è stata guidata da un’illegale legge del taglione
io non evoco un tribunale hegeliano
ma non è di certo un caso se il “triangolo della morte” è emiliano
dove lo squadrismo agrario aveva represso i braccianti
le vendette illegali continuarono anche più avanti ma questa è un’altra storia in cui il piombo ce l’hanno in tanti
anche la polizia che spara sui manifestanti!
“(…) un terribile pensiero mi prende. perché mi sono impegnato in questa lotta? perché sono qui quando tanti più sani e forti di me vivono tranquilli sfruttando la situazione in ogni modo? ripenso alla mia vita di studio, al mio lavoro su heidegger interrotto. perché ho abbandonato tutto questo? mi ricordo con precisione: una strada piena di sangue e un carro con quattro cadaveri vicino al mussotto. il cantoniere che dice: + è meglio morire che sopportare questo +. sì, è allora che ho deciso di gettarmi allo sbaraglio! avevo sempre odiato il fascismo ma da quel momento avevo [ho] sentito che non avrei più potuto vivere in un mondo che accettava qualcosa di simile, fra gente che non insorgeva pazza di furore, contro queste belve. una strana pace mi invade l’animo a questo pensiero. ripeto dentro di me: «non potevo vivere accettando qualcosa di simile. non sarei più stato degno di vivere». (…)”
[tratto da p. chiodi, banditi, einaudi, 1975]
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