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claudio lolli – keaton lyrics

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keaton lyrics
lo chiamavamo keaton quel pianista
naturalmente perché non sorrideva mai
mentre noi ci ammazzavamo di risate
a vederlo come un parafulmine, dritto
contro un cielo di guai
guai di tasca, violoncello, guai d’amore
guai da vita distratta e disarmata
che ricamavano dentro al suo stupore
una tela affascinante
ma un po’ troppo delicata

e lui si presentò come un jazzista
appassionato e puro in stile rete tre
coi pregiudizi di chi si sente artista
perché non faceva soldi, lui
con le canzoni, come me

ma non mi accompagnava poi malvolentieri
eravamo due grandi acrobati dеlla malinconia
e poi dobbiamo farne di mestieri
noi chе viviamo, della nostra fantasia

e parlavamo poi molto in quelle sere
in qualche bar, dopo il concerto
insonni e morti
di politica, ciclismo, storie vere
e di come i weather report erano forti
e di come era importante fra la gente
non essere solo musica e parole
e di come era importante che la gente
non fosse una somma di persone sole

keaton, keaton
che fine hai fatto keaton
sei poi andato in malora keaton
lo sai che ti sto venendo a cercare

keaton, ah keaton
perché stanotte keaton
proprio stanotte keaton
avrei bisogno di sentirti suonare

si illuminava poi di colpo
lungo l’effimero consueto di una sera
s’illuminava di una gioia grande
quando si avvicinava a una tastiera

e preferiva quelle un poco usate
quelle in cui tutti mettono le mani
quelle ingiallite dal tempo
un po’ scordate
dall’ignoranza, dalla passione degli umani
e poi una volta abbiamo litigato
per una donna prima sua, dopo mia
lui coi suoi guai, io con il mio quasi peccato
sconfitti entrambi dalla malinconia

ci siamo persi quasi senza una parola
ma tutti e due con più rabbia che rimpianti
come i bambini che si fan dispetti a scuola
come due vecchi che si sono amati tanto

poi ho provato a rintracciarlo dappertutto
chiedendo a più di un dirigente supponente
telefonando all’arcicaccia all’arcitutto
ma di lui sembra non sia rimasto niente

se se ne parla è nel ricordo di un momento
qualcuno dice che l’ha visto ma lontano
e tutti con un gran sorriso spento
quasi per dire “era un ragazzo troppo strano”

keaton, keaton
che fine hai fatto keaton
se mi vedessi con l’impermeabile
sotto la pioggia che ti vengo a cercare

keaton, ah keaton
perché mi manca
questa notte mi manca
la tua voglia di suonare
e finalmente un chissà chi non mi delude
forse, però, non sa, probabilmente
e’ in una provincia lontana come una palude
dai nostri discorsi di suonare tra la gente

una provincia come una sconfitta
meno che essere una minoranza dignitosa
e’ una palude è certo troppo fitta
di voli di zanzara per suonarci qualche cosa

lo trovo e sembra che non sia più keaton
anche se è contento di vedermi
sembrava facile toccarlo con un dito
ma il cielo ci ha voluto tutti fermi

e finalmente ride e ride tanto ed è ingrassato
e giura troppo che non sta poi male
il jazz ormai se l’è dimenticato
ci son parole tempi e ritmi
anche dentro a un ospedale

e nel lasciarmi all’inizio della sera, dice
è come alla fine del cinema muto
c’è il sonoro e non serve una tastiera
ci salutiamo nel silenzio più assoluto

ed esco fuori con i miei giornali
e non ho voglia di ridere per niente
ho un treno che mi aspetta alla stazione
mi dà fastidio anche il rumore della gente

keaton, keaton
che fine hai fatto keaton
sei poi andato in malora keaton
lo sai che ti sto venendo a cercare
keaton, keaton
perché stanotte keaton…



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