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don diegoh – uno dei tanti lyrics

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[verse 1: don diegoh]

mi muovo nello stormo dei p-ssanti
calmo,fuori dalle otto copro i brividi coi guanti
fuori dal coro dei replicanti
che aspettano si affacci sua sant-tà
con una croce nel palmo credono al salmo
“serve che ti appoggi sulle spalle dei giganti”
dicono… io torno nei pensieri più pesanti
aggiungo nuovi buchi alla cintura tra i p-ssanti
leggo dentro l’autobus l’oroscopo, però i più di quelli che mi toccano i fianchi manco li conosco
nello sguardo loro scopro segni graffianti
riconosco chi non ha diamanti dagli occhi brillanti
in questa fila in cui prelevo i miei contanti
scambio due o tre chiacchiere sul nulla con chi c’ho davanti
ha una maglia con su scritto “anti-anti”
e si provoca il dolore per provare i tranquillanti
intanto quanti istanti intatti perdo
gli idoli che avevo hanno sfidato i loro limiti
chi si vive addosso, chi ha rimpianti, chi è depresso
chi è morto di overdose in una camera d’albergo
e gli anni vanno al doppio della velocità
quando li guardi da uno specchio e ti senti vecchio dentro
tanto da scrivere un biglietto premere il grilletto e dire
“e’ tardi per rimpiangere la semplicità”

[ritornello: smania uagliuns]

intorno a me… ti vedo sai? vorresti essere lontano un anno luce da qua, ma è proprio quando non ci credi ormai che ogni tuo limite diventa la tua capacità, tu lascia che sia ciò che fai a portare i tuoi pensieri un anno luce da qua, e proprio quando sembri perso ormai sarai tu stesso a liberarti dalle difficoltà

[verse 2]

nel posto dove tutti sono in cerca della svolta più svelta
la scelta che ti evita i rimpianti
nel posto dove tanti fanno i numeri uno nessuno si ricorda che è soltanto uno dei tanti
la musica di merda suona forte negli impianti delle auto dei tamarri che disturbano gli astanti
..l’asfalto coi martelli…i marciapiedi pieni di cartelli
pubblicità di viaggi entusiasmanti
(e poi..) gli occhi di una guardia giurata che sanno tutto
sono fermi a fare il turno per proteggere i clienti
la musica migliore qui la fanno i chitarristi
per terra trai barboni e i venditori ambulanti
nel parco non ci sono più panchine per gli amanti
le coppie si salutano in stazione sopra le banchine
e quando il treno chiude le sue porte trai i pianti
entrambi si ritrovano distanti
di nuovo nella notte che è davanti
quella in cui non dormi coi calmanti
ti culli nelle voci dei cantanti
ma il vuoto non lo colmi neanche quando guardi le foto dei momenti più importanti
(io..) mi muovo nello stormo di p-ssanti
calmo, solo per le 8 torno a casa e tolgo i guanti
di nuovo solo con la sveglia avanti
aspetto di tornare alla normalità

[rit.]



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