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lilith_ #femalerapper – play replay; rewind lyrics

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l’ansia, mi divorava nell’aria di città
persa l’ennesima ora, ora appare infermità
solita storia: ad ogni passo falso mi divora quel cinismo
che in memoria: niente di buono fra
magari para o mi pareva fossi anche tu stanco, assente
come io al mio banco, negl’anni di scuola
scola ogni tuo vanto, con ogni cosa allo sbando
strascicando giorni, si persero buon senso, stomaco e gola

le voci corrono: le lascio correre
parole, come fiumi: continueranno a scorrere
e’ nella gerarchia dell’essere che giace l’odio
salì in cima al podio chi restò impassibile
perdemmo tempo: lo persi io per noi
leggersi dentro… dici tra gli avvoltoi!?
tornassi indietro me ne andrei senza +non puoi+
che ci si stanca d’ affogare in quello che per te non vuoi

[chorus]
“con chi sei?” ; “che fai?” ; “dove vai?” ; “dove sei?”
fidarsi su basi di chi eri, non di chi sei
se non sei stato sincero, claro: lo rifarai;
schiaccio play: automaticamente replay, eddai!
nel replay, un neurone s’incantò sul rewind
resta fermo solo che io non l’avrei fatto mai
adesso è tardi a prescindere ormai
[tardi a prescindere ormai]
fermi ad aspettare una fine, ma quale fine lo sai?!
le discussioni a tarda notte’ perdersi in notti sorde e dopo ritrovarsi ancora
i sogni intrisi di paura nella sorte di chi a mischiarsi è bravo solo sotto le lenzuola
sotto controllo troppe volte
sti cani sciolti privati di museruola!
di tutte le vicende accolte, la verità resterà sempre una sola

far passi indietro può succedere:
lo fai credendo in quel momento ognuno complice
provare a interpretarsi inutile:
mi sento avvolta da una lastra impenetrabile
insalubre l’aria che respirata, pareva che ci guidasse: ci ha fatto sbagliare strada
ogni telefonata non corrisposta, costò doppio:
rimase per te un affronto
per me solo una brutta giornata;
miseria tra le emozioni, tragedia di sensazioni:
suoni nutriti da ossessioni in pare da attribuire;
mostri, luoghi, alluvioni, tutte quelle canzoni
scritte di getto a liberarmi da tensione ostile
biasimarmi non è da me: sto nel mio limite
parole alla schiena, frecciatine: insipide
parli chiaro, chiaramente è troppo, l’intestino si è contorto
a ogni torto emesso è annesso più di un giudice!

[chorus]
“con chi sei?” ; “che fai?” ; “dove vai?” ; “dove sei?”
fidarsi su basi di chi eri, non di chi sei
se non sei stato sincero, claro: lo rifarai;
schiaccio play: automaticamente replay, eddai!
nel replay, un neurone s’incantò sul rewind
resta fermo solo che io non l’avrei fatto mai
adesso è tardi a prescindere ormai
[tardi a prescindere ormai]
fermi ad aspettare una fine, ma quale fine lo sai?!
l’animo, l’ho sedato per la tachicardia:
tra chi si volta, dipende chi si è voltato
ciò che credevi resterà la tua bugia:
io c’ho il mio sfogo letterario a domare il passato
si è divertito pure il fato, nell’ipocondria di chi poteva avere tutto
ma non gl’è bastato
“io non ti credo: vai.”
allora poi andai via
il cuore sarà buono, ma l’ho surgelato

[tra chi si volta, dipende chi si è voltato]

[io c’ho il mio sfogo letterario a domare il passato]

[di chi poteva avere tutto, ma non gl’è bastato]



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