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nhaxy – storia lyrics

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salve a tutti sono enne
questo gioco prende spazio
vedo che hai dritte le antenne
infatti non vuoi darmi più un cazzo
ma quanta è brutta la tua invidia
io mangio pane e coraggio
sono pr+nto alla mia sfida
prendere il tuo mondo e dopo tutto quanto
per ogni mio passo mi faranno santo
io ero strano già da gagno
al primo banco quell’emarginato
non giocavo a calcio perché ero scarso
ma scrivevo le poesie
e quindi mi piaceva il cazzo
ma picchiare il più forte era la soluzione
per non essere sfigato

io quindi glielo dimostrai
ero più forte del più forte
ma il tuo nome non lo cambi mai
in dodici a darmi le botte
quindi le presi da tutti quanti
e a mamma nascondevo i graffi
la maestra mi diceva
”c’è poco da fare
se non fare come fanno i grandi”
ma io no
non ero grande
avevo paura
mi rialzarono in piedi per darmene ancora e ancora di più
e a torino feci un punto a capo
ma la vita mi colpevolizza
per una scelta che ho fatto
ora mamma si alcolizza
sentì rappare fabri fibra
poi scrissi il mio primo pezzo
una botta di vita e adrenalina
mi hanno acceso un cuore spento
poi ho conosciuto l’erba
con il tempo ne abusai
mio padre perse la testa
e l’inferno io passai
dormì dentro un ripostiglio
mentre a scuola ero bullizzato
ma nulla fa più male, nulla fa più male
di uno squarcio trascurato
ero l’incubo dei miei compagni
la sera a cena mangiai tanti schiaffi
dentro il fumo di una sigaretta
nascondevo tutti quanti i pianti
e dopo, la fidanzata di papi
che stravolse tutti quanti i piani
quindi io imparai a non fidarmi
manco di me stesso e manco dei miei cari
e mi sentivo solo (enne)
forse era meglio
morivo ogni giorno
e ogni giorno stavo sempre peggio
non piangevo
forse io mi nascondevo da me stesso
perché penso sempre
che reagire con il pianto è il più facile mezzo
se voi foste come me
non durereste un attimo
io il giorno che non sarò più tra di voi
mi batterò, canterò, sp+ccherò
per rinfacciare ogni attimo in cui sono me
ho un cuore rotto ma un’anima viva che non cadrà mai

io quindi glielo dimostrai
ero più forte del più forte
ma il tuo nome non lo cambi mai
in dodici a darmi le botte
quindi le presi da tutti quanti
e a mamma nascondevo i graffi
la maestra mi diceva
”c’è poco da fare
se non fare come fanno i grandi”
ma io no
non ero grande
avevo paura
mi rialzarono in piedi per darmene ancora e ancora di più



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