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think’d – 80. mercurio lyrics

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il numero atomico mi da la soluzione a sta fissa / e il filo logico non segue nient’altro che due rca con la massa / puntina, trazione a cinghia, giri 33, come gli anni di gesù / e per di più, faresti meglio a pregare un altro dio per scendere giù a belzebù / bu! paura eh? ma non preoccuparti / devi solo cacarti sotto per sto botto che arriva pure manco sui quattro quarti / non allarmarti, devi semplicemente costituirti, è finito il party / basta prostituirti, ho voglia di dirti di congedarti, quindi.. datti / e ascoltami, prova a vedere con che parole rispondermi / perché stai per sentire ciò che v’avrei dovuto già dire e ora non posso proprio nascondervi / sta per partire il vinile nero dei miei pensieri più scomodi / tant’è che dovrai arrenderti all’apparenza dell’incidenza dell’indecenza dei tuoi giudizi più squallidi / credici, attualmente non mi pongo limiti, neppure coi lividi / che m’hai concettualmente procurato negli ultimi mesi assieme, coi tuoi amici più intimi, ign0bili / futili, come una tombola senza numeri, la divina commedia senza inferi / o come tutte le persone che conosco e si illudono oramai da troppo tempo di conoscermi / cos’è? sei mio amico? non ci credo.. ma davvero!? / allora dimmi: dove cazzo eri quando piangevo e combattevo questo umore nero?? / dov’eri quando ti son venuto incontro quella volta, ancora una volta, l’ennesima volta / per me questa è stata l’ultima volta, e non c’è di mezzo assenza di perdono, è solamente il suono della mia rivolta / ascolta, stavolta meglio lasciarmi stare, meglio non marcare male / e tieniti sveglio per il funerale del tuo stato mentale ma senza memoriale / dovreste aprire il vocabolario alla voce “condivisione” / e infilarvi su per il culo ogni “mi piace”, ogni tag e ogni fottutissima visualizzazione / così io amerei la rivendicazione, fare la vittima della situazione / fraintendere perennemente ogni intenzione, appendere parole alle persone / aspe aspe.. mi sa che nell’equazione c’è leggermente un errore, non nell’incognita ma nella soluzione / che pr+ntamente ti fornisco mandandoti male dopo che m’hai pure accusato di autocommiserazione / fa attenzione, tra noi non ci son più patti, l’amicizia non si firma sui contratti / infatti qua ci stanno i fatti a dimostrare che i fatti non li hai mai fatti / non mi resta che rispettarti e sinceramente non so che altro dirti / fai come quegli altri, organizza un pullman per avetrana e salutami la famiglia scazzi / oh!! si, tu.. proprio tu che m’ascolti / se pensi non ci sia anche tu di mezzo ti sbagli, o perlomeno domandalo alle cicatrici dei tuoi tagli, zero imbrogli / cos’è, ti nascondi? non voglio il portafogli, voglio la tua coscienza / voglio aggiustarle la media dopo che per la tua invidia le hai tolto la sedia dal banco scaturendo il 4 in pagella / un+due+tre stella, beccato, colpito e affondato, e non c’è bella / lo so, son fin troppo fiscale e radicale, che ci vuoi fare, la colpa è di tutta sta merda / non per niente, non te la prendere, è la solita e classica fine di chi si ribella / e poi chi fa da se fa per tre, questo è rap gran pertus, bella colombano, scialla! / tenetevi a galla, ora si balla, è musica dura, chiamala ballo del mattone, per la tua lapide / nessuno si salva da solo? io son salvo da un bel po’ e c’ho fatto pure l’abitudine / escuciame, continuo a pressarti e a metterti ansia, mettiti nei miei panni, come potrei lasciare tutto sul più bello / apro le rime a ventaglio come difesa, dichiara la resa, perchè non misurerò più le parole, mi si è rotto il righ+llo / a fanculo voi e le vostre frasi di circostanza, me ne tengo alla larga / d’ora in poi non sarò di più stanza col vostro finto sorriso, per inciso comincia a darmi riconoscenza / conto presenza a centinaia di live, e più di un decennio di rime su foglio / e i palchi calcati, i chilometri macinati, i pezzi apprezzati, i vinili collezionati sono il mio orgoglio / dacci un taglio, sul tuo rap roba trash purtroppo per te non mi sbaglio / in caso contrario, sarò ancora qui ad aspettare il rimedio con cui credi mo di levarti il peso dal microfono / escogito da tempo originalità ed evoluzione, senza alcuna azione commerciale da inganno / e con tutto il rispetto per il grandissimo salmo col dubstep ci campo da molto più di un anno / estate 2010, il ragazzino che molti di voi prendevano in giro / lo presi con me ed è rimasto fedele a me e nei dj set a soli 16 anni già vi apriva il culo / ricerca musicale continua, quasi ossessiva, e passione infinita / e nei nostri show ti ritrovi davanti a sfilze di bassi a mo di un flash mob di terze dita / non cerco sfida, sparo proiettili di realtà di vita, alla velocità dei bpm dnb, alla katharsys / judgement come benga e skream, tu continua a farti di md, e stringi bene i denti / non te ne scrivo sedici, sarebbero troppo pochi, e i concetti da esprimere troppo vuoti / te ne scrivo ottanta ma potrei ancora andare avanti per tanti altri minuti / ma torniamo a noi, per tanti di voi, troppi tra voi, la cosa è stata più facile del previsto / operazione a cuore aperto marchiata col silenzio, ossia dimenticarvi del sottoscritto / sotto sotto, io ci tengo a voi, ho sempre tenuto a voi, ma non è questo il punto / io ho una dignità e mi domando tuttora per qual motivo dovrei ancora venirvi incontro / se il riscontro è: “tu non vuoi ascoltare, non sono tutti come vuoi tu, tu, tu, tu quello, tu questo / tu il cazzo, io penso che ognuno dovrebbe guardare un po’ più spesso la sua parte interiore allo specchio / prima credevo molto in me stesso e in pochi altri, grazie a pochi altri e a me stesso / ora grazie a pochi altri e soprattutto a me stesso non credo più negli altri, credo solo in me stesso / ma non vi biasimo, e manco mi agito per dirvelo, sono un gran bel soggetto da sopportare / capace di b+ttare a mare ogni cosa per aderire al mio principio universale / voi ora siete sereni, e ne son contento, davvero, mano sul cuore / rimanete pure sereni senza di me, perché non porto felicità, porto verità, di quella che prima o poi dovrai affrontare / diamoci da fare, strade diverse, per ora vagabondo / ci rivedremo tra un anno, o forse domani, o forse mai più o forse.. forse in un altro mondo / non nascondo il mio stato attuale, quello più viscerale, quello più profondo / immensa amarezza mista a frustrazione con un velo di rabbia repressa sullo sfondo / cosa possiam farci, inutile continuare a dannarsi l’anima / ma ricordate che con tutti voi ho avuto sempre e comunque l’ultima parola senza una vostra replica / questa è la mia enciclica sconsacrata, autobiografia autorizzata e non una sola parola ne rinnego / io parlo poco, è vero, ma faccio.. tu invece parli, parli e.. attendere prego.. attendere prego.. attendere prego



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